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Sgretolasso e la Zabetta

Sgretolasso e la Zabetta

Continua la Telenovela a puntate sulle bacheche del Comune di Asso: oggetto della contesa odierna tra Sindaco e La Provincia è lo strano fenomeno che ha interessato la strada pedonale dietro il “Punt di Gubit”.

Le fasi dello smottamento (clicca sull'immagine per ingrandire)
Le fasi dello smottamento (clicca sull'immagine per ingrandire)

Io passo abbastanza spesso da quella stradina e così, quando mi sono accorto che qualcosa di strano stava succedendo  ho cominciato a fare foto con il cellulare. All’inizio pensavo di avere le traveggole ma, giorno dopo giorno, mi sono accorto che la strada stava davvero cambiando!

Il tutto è cominiciato più o meno il 14 Agosto 2010. La via si era riempita di “bozzi” mentre si intravvedevano crepe nell’asfalto: sembrava che il passaggio stesse candendo nel Lambro! Il giorno successivo la situazione era peggiorata e le crepe si erano allungate anche nell’asfalto fresco che era stato posato qualche giorno prima: il fenomeno, qualsiasi cosa fosse, era in atto proprio in quei giorni!

Alla fine ho cominciato a passare sempre più spesso per capire che stesse succendo. Non ho scritto nulla su “Cima” perchè quello è un un punto “molto” caldo politicamente ad Asso e, volendo evitare polemiche, ho avvertito uno degli Assessori. Ovviamente uno dei pochi che si dimostra ancora cortese e disponibile nonostante i recenti dissidi con Sindaco e Vice-Sindaco per  via dei Cedri di Asso.

Come dicevo “calda” perchè in quel tratto è esploso uno dei tubi di tracimazione al centro del contenzioso tra Amministrazione ed Opposizione ne “La battaglia dell’acqua piovana” e per di più, durante i lavori di riparazione, in quel punto una donna si è rotta una gamba cadendo. Ciliegina sulla torta il sospetto che il fenomeno fosse in parte provocato anche dall’intervento di pulizia dell’argine effettuato qualche giorno prima e ripreso in pompa magna da TVS.

Nel dubbio che ogni mio avvertimento fosse strumentalizzato e bollato di demagogia dopo aver informato l’assessore me ne sono stato zitto continuando a studiare il curioso evento. La strada è stata poi transennata ma, fatto curioso, inizialamente solo a monte: chi risaliva dal Ponte dei Gubit in quei giorni si rendeva conto che la strada era interdetta solo dopo averla percorsa tutta. Qualche giorno fa, credo dopo il 28,  hanno transennato anche a valle ponendo fine al mio curioso documentario sullo “Sgretolasso“. (In realtà passano tutti lo stesso ma non sta bene dirlo…)

Oggi non ha più senso starmene zitto perchè infiamma sulle bacheche un nuovo round della sfida tra il Sindaco ed il Giornalista di Asso. Già perchè il giornalista ha scritto un’articolo sull’accaduto (che potete leggere qui) ma il Sindaco, che ormai proprio non lo sopporta, ha affisso una lettera reclamando il suo “diritto di replica” sulla questione.

Sgretolasso e la Zabetta: tragicommedia allo stato puro. Già perchè se il Sindaco, 15 giorni fa, avesse utilizzato quello stesso spazio per espletare il suo “dovere” a palesare un pericolo, che tra l’altro stavano già in parte circoscrivendo, non avrebbe avuto la necessità di “zabettare” ancora una volta sulle bacheche reclamando invece un proprio “diritto”.

Fino a quando il Sindaco vorrà usare quelle bacheche per “avere l’ultima parola” non farà altro che coprire di ridicolo la Comunità: lo stesso “sforzo” esercitato oggi per pubblicare una lettera di protesta poteva essere meglio speso 15 giorni fa per informare e rassicurare i cittadini. Oggi sarebbe convenuto sorvolare o magari integrare l’articolo con informazioni più accurate senza scadere nella polemica. Mettersi a picchiare i piedi invocando la replica è ridicolo, imbarazzante perfino.

Come scrisse Riccardo Borzatta in una delle sue poesie dialettali: “Sìndich e amiis del sìndich: metii cò!”

Comunque sono contento che alla fine sia solo un tubo esploso perchè, da metà Agosto, avevo il timore che stesse franando la strada e, in tutta onestà, ero in pensiero per il mio amatissimo maialino “Birillo” che, lungo le rive del Lambro, dimora proprio lì sotto .

Davide “Birillo” Valsecchi

Ps.: “Buongiorno Sergio…”
Ps2:  Zabetta è ovviamente riferito a quell’impiccione di Giovanni Cristiani che, con il suo “giornalino” fondato nel 1892, non ha ancora perso l’odioso vizio di raccontare quello che succede ad Asso… Birbante!!

Asso: la frana di Scarenna

Asso: la frana di Scarenna

La frana di Scarenna
La frana di Scarenna

Questa mattina è venuta giù la montagna, letteralmente. Fortunatamente ci si può anche scherzare sopra perchè, nonostante fossero da poco passate le otto e mezza del mattino, nessuno è rimasto coinvolto nella frana che è venuta a basso tra Asso e Caslino, a fianco della palestra di roccia di Scarenna e prima del ponte nuovo.

Io ed Enzo siamo passati a fare due foto prima di pranzo. I vigili del fuoco erano ancora a far rilievi e credo che ci vorrà del tempo per sistemare quel macello. Un sperone di roccia si è lasciato andare ed ha praticamente “grattuggiato” tutto il fianco della montagna trascinando tutto sulla strada che, per via dei grossi massi, è praticamente esplosa sotto il peso. Che botta!

Bisognerà capire quando e se si potrà cominciare a sgombrare la strada dai massi e vedere che decideranno di fare poi. Enzo scherzava dicendo che è stato il contraccolpo di Haiti ma le frane, nella nostra valle, continuano ad aumentare. Se pensiamo al sasso che, proprio di rimpetto, è venuto a basso da Cranno vicino al mercato di Canzo meno di una settimana fa possiamo farci un idea dei “sassoni” che hanno cominciato a muoversi in valle.

Fino ad ora nulla di grave, fortunatamente nulla di irreparabile. La strada per Caslino c’è sempre stata , come testimonia la grotta usata dai tedeschi per presidiarne il passaggio durante la seconda guerra, non si può parlare di imprudenza nel tracciato. Tuttavia gli abitanti delle case che, senza troppa accortezza, sono state costruite a ridosso della roccia non hanno da star tranquilli:“Non l’avevate vista la montagna prima? Non vi siete mai chiesti perchè nessuno avesse costruito prima nella piana di Scarenna?”.

Speriamo bene perchè, sempre come mi ha salomonicamente fatto notare Enzo, stanno succedendo “cose strane” con tutte queste frane e di solito “non c’è due senza tre”. Serve tenere alta l’attenzione, speriamo che l’inverno finisca senza altre sorprese e che la primavera ci permetta, con calma, di capire perchè le nostre calcaree montagne appaiono così fragili quest’anno.

Davide “Birillo” Valsecchi

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