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Asso chiama Zanzibar #06

Asso chiama Zanzibar #06

I ragazzi di BlogGiornalismo
I ragazzi di BlogGiornalismo

Asso incontra l’Africa – [In collaborazione con il laboratorio di giornalismo della Scuola Media di Asso coordinato dalla Professoressa Giulia  Caminada ecco i nostri racconti di viaggio dedicati ai giovani giornalisti]

I giovani giornalisti di Asso mi hanno inviato le domande per gli amici di “African Voices”, il portale dedicato all’Africa, a chi ci vive, a chi ci lavora e a chi l’ha nel cuore.

Con queste domande i giovani di Asso intendono capire ed esplorare il grande continente con l’aiuto e la collaborazione di quanti (…e parrebbero essere tanti!!) sapranno condividere con loro la propria conoscenza e le proprie esperienze.

Ora la palla passa a Marco Pugliese, colui che ha dato vita e che gestisce “African Voices”. Ora tocca a lui coordinare i suoi oltre dodicimila lettori cercando le risposte per questi giovani ansiosi di imaparare.

Ecco le domande:

1- Seguiamo in televisione i fatti che hanno coinvolto negli ultimi giorni il nord Africa. Sappiamo che in Africa si stanno combattendo molte guerre da più parti. Ci piacerebbe capire la situazione attraverso persone che vivono queste ore drammatiche.

2- L’Africa ha un’agricoltura povera, conosciamo il commercio equo-solidale e sappiamo che il sottosuolo è ricco di molti prodotti naturali che sono venduti dai capi degli stati africani alle multinazionali mentre la popolazione rimane in situazione di difficoltà di sussistenza. Perché gli abitanti non si ribellano a questa situazione?

3- Quando pensiamo all’Africa pensiamo alla fame e a bambini che non riescono a diventare grandi per la malnutrizione. Com’è la situazione reale legata alla mancanza di cibo e di acqua? Questa situazione è legata all’Africa nera o è generalizzata?

4 – Una grande piaga dell’Africa è l’aids. La popolazione ha paura di contrarre questa malattia? Ci sono dei piani dei governi per migliorare la situazione?

5 – Negli ultimi anni si è assistito ad un forte aumento del fenomeno dell’immigrazione clandestina. Molti immigrati giungono sulle nostre coste attraverso imbarcazioni gestite dalla criminalità organizzata, rischiando anche di morire durante il viaggio della speranza. Nel nostro mondo, molti vengono spesso sfruttati nel campo della prostituzione, dello spaccio di droga, furti o accattonaggio, lavoro nero, ecc. Chi emigra perché lo fa? Cosa spera di trovare?

6 – Sappiamo che in Africa non ci sono le città, o meglio, le città africane non sono come quelle europee che conosciamo. Come sono le città africane? In quale parte dell’Africa le popolazioni vivono ancora nelle tribù? Come si svolge la vita tribale?

7 – Crediamo che il Sud Africa sia un’area ricca per i diamanti e le ricchezze del sottosuolo. È vero? La ricchezza ricade sulla popolazione? Esiste ancora nel Sud Africa la segregazione razziale?

8 – Ci sono molti parchi nazionali? Se si, quali animali o vegetali vi sono? C’è il divieto di caccia? Com’è la situazione dei rinoceronti a lungo sterminati per prelevare a loro il corno? È vero che molte sono le persone che muoiono schiacciate dagli elefanti in corsa?

9 – C’è un genere che si chiama “musica africana” e “arte africana”? Che tipo di musica o di arte è?

10- Ci interessa conoscere monili, gioielli e oggetti ornamentali che indossano uomini o donne nelle diverse tribù e che fanno parte della loro tradizione culturale. Ci sono popolazioni che si decorano il corpo colorandolo in vario modo?

Extra – Diteci dell’Africa quello che volete dirci. Quest’ultima è una domanda aperta. Sarà una domanda che formuleremo alla fine, dopo aver letto quello che avrete voluto scriverci.

Le foto de “Il Napoletano”

Le foto de “Il Napoletano”

Il Napoletano
Il Napoletano

Come avrete letto qualche giorno fa abbiamo incontrato un nuovo amico che, amichevolmente, chiamiamo “Il Napoletano” nelle nostre storie. Abbiamo cominciato a parlavi di lui quando si è piantato un grosso amo da pesca in un dito ed ha dovuto sperimentare gli ospedali africani per estrarlo.

Io lo chiamo “Il Napoletano” soprattutto per omettere nei mei articoli il suo vero nome, per conferirgli un’aura di mistero ma anche per lascairgli un po’ di riservatezza.

In realtà “Il Napoletano” è uno volto molto noto dello spettacolo che ha lavorato sia per la televisione che per il cinema realizzando diversi Film italiani sopratutto negli anni ’80 / ’90. Ma non è qui per far spettacolo: è un “soggetto” più che originale e la sua grande passione è la pesca.

Per questo motivo ora è qui con noi in cantiere per pescare ma anche  per collaborare alla decorazione di alcune parti del resort per cui Enzo sta realizzando il cancello. Il Napoletano si definisce un “semplice imbianchino” ma in realtà è un ottimo ed appassionato decoratore. Orbene, visto che non mi va di rompergli le scatole mettendo il suo nome su Internet continuerò a chiamarlo “Il Napoletano” anche se per questo non smette di ridere quando legge i miei articoli.

L’altro giorno, quando i ragazzi del laboratorio di giornalismo delle scuole di Asso hanno mandato un sacco di accorati messaggi per la brutta ( …e buffa ) vicenda dell’amo, “Il Napoletano” ne è rimasto colpito ed ha deciso di sdebitarsi per la gentilezza preparando un regalo.

Di comune accordo ho chiesto lui di fotografare ciò che in una giornata l’avesse colpito in modo da avere un punto di vista nuovo con cui mostrare l’Africa, o quanto meno quella che ci circonda, ai ragazzi del laboratorio.

La nostra linea Internet è abbastanza limitata ma con un po’ di pazienza sono riuscito a caricare sul sito un po’ delle sue foto. Ecco il regalo de “Il Napoletano” per i ragazzi della scuola di Asso:


Davide “Birillo” Valsecchi

Asso chiama Zanzibar #05

Asso chiama Zanzibar #05

L'ombra del cancello realizzato da Enzo
L'ombra del cancello realizzato da Enzo

[In collaborazione con il laboratorio di giornalismo della Scuola Media di Asso coordinato dalla Professoressa Giulia  Caminada ecco i nostri racconti di viaggio dedicati ai giovani giornalisti]

Cari Davide e Enzo,
siamo in aula informatica e anche qui piove. E’ una giornata grigia ma nell’aula si avvertono i colori dei nostri pensieri. Infatti il Laboratorio di giornalismo ci sta prendendo molte energie perchè – per come ogni giornalista che si rispetti – il lavoro aumenta di settimana in settimana… scriviamo due volte al mese sul quotidiano la Provincia di Como, abbiamo da fare quattro pagine in tre mesi sul quotidiano IL GIORNO, lavoriamo per un giornalino che si chiama L’EDICOLA che distribuiscono mensilmente e gratuitamente in giro per bar e negozi, ad aprile registreremo il nostro primo podcast  e il blog da controllare e nutrire di notizie…

Sono appena entrate nell’aula la giornalista e la fotografa de IL GIORNALE DI ERBA. Abbiamo così raccontato a loro della lettera che ci avete appena inviato e che abbiamo appena letto insieme e loro publicheranno un articolo sulla nostra corrispondenza sul giornale di sabato prossimo. Come potete vedere siamo molto impegnati! Dobbiamo pensare e scrivere, scrivere e pensare e qualche volta sembra una grande corsa con le parole. Però bello! Bello perchè da cosa nasce cosa e quando le cose prendono una certa piega bisogna imparare a essere all’altezza delle situazioni, bisogna prepararsi per affrontarle.

Eravamo  col fiato sospeso mentre leggevamo dell’intervista che avremmo potuto fare a Marco Pugliese e alle 12.000 persone di “African Voices”, il portale di Marco, e ci ha molto entusiasmato comprendere che fanno riferimento al portale appassionati che vivono, lavorano o semplicemente amano l’Africa.

Ci ha fatto molto piacere che voi abbiate contattato Marco parlandogli di noi, dicendogli che siamo in viaggio con voi e naturalmente ci interessa tentare il nuovo esperimento.  Bloggiornalismo comporrà una lettera indirizzata ad “African Voices” proponendo una decina di domande che Marco provvedrà a presentare ai suoi utenti ponendole al centro di un piccolo dibattito, proprio come da piano concordato. Aspetteremo le varie risposte e realizzeremo un’intervista a 12.000 persone scoprendo un intero continente attraverso esperienze concrete di persone reali. Abbiamo deciso di parlarne insieme e di darvi le domande non prima di martedì prossimo.

Ora vi lasciamo, fra poco torneremo a casa ma la testa dovrà continuare a funzionare… Vi sembra facile avere l’impegno di dover pensare a quale domande è più opportuno mettere sul portale?

Noi di bloggiornalismo.scuoleasso.it: Carlo, Giandomenico, Andrea, Edoardo, Eleonora, Simona, Francesco, Martina, Giulia, Debora, Ines, Piercarlo, Michela, Gloria, Jessica, Martina, Francesca, Lucia, Giovanni, Aisha, Martina, Cristina, Dalila,  profcamiNada.


Come promesso eccovi una foto del cancello di Enzo che, pole pole (piano piano), sta prendendo forma. Per adesso dovrete accontentarvi di questa piccola anteprima dove si vede il disegno d’ombra che traccia il sole del pomeriggio. Spero che vi piaccia perchè c’è ancora molto lavoro da fare per ultimarlo e rifinirlo. Riuscite a capirne le figure dall’ombra?

Se siete invece preoccupati per le sorti de “il napoletano preso all’amo” posso dirvi che sta bene e che gli ho chiesto di prepararvi una sorpresa per rigraziarvi dei messaggi che gli avete inviato.

Davide “Birillo” Valsecchi ed Enzo Santambrogio

Asso chiama Zanzibar #04

Asso chiama Zanzibar #04

African Voices
African Voices

[In collaborazione con il laboratorio di giornalismo della Scuola Media di Asso coordinato dalla Professoressa Giulia  Caminada ecco i nostri racconti di viaggio dedicati ai giovani giornalisti]

Buongiorno ragazzi

In Madagascar ieri si è abbattuto Bingiza, una tempesta tropicale. Noi siamo a qualche migliaio di chilometri più a nord sull’Oceano Indiano ma anche qui si è visto il cielo oscurarsi durante il pomeriggio ed oggi era colmo di nuvole,  su ogni cosa pesava una terribile cappa. I fenomeni atmosferici qui sono molto più violenti ed estesi di quanto siamo abituati in Europa.

Il nostro cancello prosegue bene e presto vi mostrerò alcune foto in anteprima: promesso!!

Nelle passate settimane avete fatto un ottimo lavoro di ricerca dimostrando curiosità ed interesse per la vita e la realtà Africana. Per questo motivo oggi voglio presentarvi qualcuno di molto più esperto di me a cui potrete porre domande ancora più difficili: Marco Pugliese.

Io ho conosciuto Marco lo scorso anno al mio rientro dalla Tanzania attraveso Internet: Marco era rimasto colpito dai nostri racconti di viaggio e voleva proporli ai lettori del suo portale interamente dedicato all’Africa. Fui molto contento di come le nostre storie furono accolte ed insieme a Marco realizzammo anche una piccola intervista/conferenza dove raccontai la nostra esperienza interagendo con gli utenti del portale.

“African Voices”, il portale di Marco, si avvale della piattaforma Facebook e conta oltre 12.000 iscritti: tutti appassionati che vivono, lavorano o semplicemente amano l’Africa. E’ uno dei punti di riferimento italiani, uno strumento di condivisione sull’Africa e punto di riferimento “live” per chi vuole conoscerla nei suoi vari aspetti storici, sociali, culturali, di vita vissuta. Uno spazio dedicato agli africani nel mondo e per chi vive o lavora in Africa o per l’Africa.

Qualche giorno fa ho contattato Marco raccontandogli che ci sono dei giovani giornalisti affamati di conoscenza in cerca di qualcuno da intervistare e a cui porre domande. Marco è rimasto molto colpito dalla nostra iniziativa che unisce  viaggio e scuola. Per questo, dopo esserci confrontati con la professoressa Caminda, abbiamo deciso di tentare un nuovo esperimento.

Il piano è questo: il vostro laboratorio di Blogiornalismo comporrà una lettera indirizzata ad “African Voices” proponendo una decina di domande che Marco provvedrà a presenterà ai suoi utenti ponendole al centro di un piccolo dibattito. Dopo una settimana raccoglieremo le varie risposte ricevute fornendo al vostro laboratorio il materiale necessario per continuare la vostra ricerca. Se tutto va come speriamo avrete la possibilità di realizzare un’intervista a 12.000 persone scoprendo un intero continente spaziando dalle coste del Mediterraneo fino alla punta estrema del Sud Africa!!

Per cui, sempre insieme alla Professoressa Giulia Caminada, cominciace ad ingegniarvi su cosa domandare in questa vostra nuova inconsueta intervista. Io, Marco ed altre dodicimila persone attenderemo i vostri quesiti pronti a fornirvi il meglio della nostra esperieza e delle nostre conoscenze.

Forza ragazzi: all’opera!!

Davide “Birillo” Valsecchi

Asso chiama Zanzibar #03

Asso chiama Zanzibar #03

Mkuyu, l'albero sacro di Stone Town - Ricordate di scattarvi una foto con i nostri cedri per Santa Appollonia!!
Mkuyu, l'albero sacro di Stone Town - Ricordate di scattarvi una foto con i nostri Cedri per Santa Appollonia!!

[In collaborazione con il laboratorio di giornalismo della Scuola Media di Asso coordinato dalla Professoressa Giulia  Caminada ecco i nostri racconti di viaggio dedicati ai giovani giornalisti]

Ciao ragazzi

come sapete Enzo è un’artista, in particolare uno scultore del ferro oltre che un fotografo e la sua abilità fa sì che spesso venga invitato per le sue doti artistiche nei posti più insoliti.

Io e lui facciamo squadra da quasi tre anni e così, in queste occasioni, mi tocca vestire “i panni dell’aiutante artista” e seguirlo in queste inconsuete avventure.

Per questo motivo ora ci troviamo a Zanzibar collaborando ancora una volta con un’altra artista originaria del comasco: Vivide Mantero.

Vivide vive qui sull’isola ormai da anni, parla benissimo il swahili ed è una profonda conoscitrice della cultura locale: lei è la prima fonte da cui attingo per rispondere alle vostre domande.

I due artisti lavorando il ferro mescolano soggetti e forme indigene con elementi artistici tipici del vecchio continente: oggi, ad esempio, hanno realizzato delle figure ispirate alla “donna blu” di Matisse che si integrano nel contesto di una rappresentazione africana con cui decorare un cancello.

Normalmente a me ed Enzo tocca dormire in tenda o in qualche sgangherata stamberga, spesso è capitato persino di dormire “all’addiaccio” sulle rive di un fiume o in mezzo ai campi. Questa volta, con un certo imbarazzo vista la mia natura piuttosto selvatica, siamo invece in un resort a cinque stelle tra i più lussuosi, costosi ed esclusivi dell’isola e di questa parte d’Africa.

L’unica particolarità è che questa stupenda struttura non è ancora completata ed è in buona parte ancora un cantiere. Proprio per questo Enzo è stato invitato per partecipare alla realizzazione di alcuni elemnti d’arredo in ferro. Quindi passeggiamo liberamente nella costruzione in Makuti più alta dell’isola, tra piscine, bungalow ed un’incredibile giardino. Un opera che riprende le linee e l’aspetto femminile del mare concepita dall’architetto italiano che fu allievo del famoso Carlo Scarpa.

Tra qualche mese i vialetti che percorro ogni mattina saranno calcati da alcuni tra le persone più facoltose e potenti del pianeta ma, per ora, ci siamo solo io, Enzo, altri otto europei e quasi ottanta operai zanzibarini. Quella che diverrà un oasi di quiete e lusso ora è un brulicante cantiere dove si mischiano lingue, culture e competenze diverse.

La particolarità degli interventi di Enzo fa sì che un giorno si collabori con la squadra dei muratori, il giorno successivo con i pittori, poi gli idraulici,  gli elettricisti, ecccetera. E’ divertente per noi cambiare lavoro ogni giorno ed inoltre, trovandosi gomito a gomito a faticare insieme sotto il sole,  è possibile conoscere la realtà locale e comprenderela al di là di quanto si legge sui libri o nelle riviste patinate.

La prima cosa che si impara è quanto sia diverso il nostro modo di vivere e le cose che conosciamo: stesso mondo, visioni spesso opposte.A volte sono solo dettagli ma che messi tutti insieme aiutano a comprendere le ragioni di tale diversità. Facciamo un esempio:

Ho visto sul vostro blog che state realizzando una bellissima ricerca geografica sui continenti corredando i vostri testi con imamgini satellitari e splendide cartine digitali. Quando avevo la vostra età anche noi facevamo qualcosa di simile ma avevamo a disposizione solo le grandi cartine appese alle pareti ed i mappa-mondo chiusi dentro l’armadio.

Lo scorso anno, in un paesino sperduto in mezzo alla Tanzania, ho fatto una scoperta interessante che mi ha fatto capire quanto sia importate la scuola che oggi state frequentando: quasi per scherzo, decisamente incredulo, ho mostrato il mondo intero ad un villaggio disegnandolo con un sasso nella polvere di un piazzale. La storia di quel curioso pomeriggio la trovate in quest’articolo che scrissi un anno fa e che per certi versi è tanto divertente quanto istruttivo: Lezioni di geografia

In quell’articolo si scopre quanto ci siano conoscenze che noi diamo per scontato e chi qui invece mancano. Allo stesso modo potrei portarvi un numero incredibile di nozioni importanti (sulla natura, sugli animali, ecc) che i locali possiedono e noi nemmeno sfioriamo. Ricordate: nelle differenze c’è sempre una conoscenza nascosta da esplorare.

Passiamo alle domande. La scorsa settimana mi avete chiesto delle spezie e per questo vedrò di infilarmi nella “shamba”, la campagna dell’entroterra, per scattare qualche foto alle piante da frutto locali ed alle piccole coltivazioni. Mi mangeranno vivo le zanzare ma vedremo di riuscirci lo stesso.

Mi avete chiesto anche dei grandi animali del mare e possi dirvi che qualche settimana fa è stata avvistata una coppia di balene proprio davanti alla nostra scogliera. Se volete leggere qualche racconto di mare  io ed Enzo abbiamo “scroccato” un giro su di una barca d’altura ed abbiamo avuto la fortuna di vedere molti pesci tra cui anche un numero incredibile di delfini: In alto mare con Dusko

Per ora vi lascio, devo correre ad aiutare Enzo che traffica con il saldatore e gli altri atrezzi da fabbro/scultore. Scrivetemi le vostre domande che qui ho un numero sempre crescente di persone pronta ad aiutarmi nel rispondervi: siete diventati abbastanza famosi da queste parti =)

Ricordatevi di cercare le foto del leone di Scarenna!!
Ciao

Davide “Birillo” Valsecchi & Enzo Santambrogio

L’albero nella foto sorge poco distante dalla House of Wonders ed è “molto” vecchio. La targa era in inglese e credo che la specie sia Ficus Religiosa (Mkuyu in Swahili) ed è una meta di pellegrinaggio per buddisti ed induisti ed ovviamente i locali gli attribuiscono poteri magici. E’ un monumento nazionale, testimone della storia di Stone Town. Se avete tempo per Santa Appolonia scattevi una foto con i Cedri di Asso per celebrare le nostre piante ma anche gli abitanti di Asso. Se i cedri avranno la forza di resistere altri 120 anni quelle foto diverranno un magnifico ricordo per coloro che verranno dopo di noi. Chissà, forse i bambini di oggi mostreranno la loro foto con le piante  nel giorno di festa ai nipotini di domani.

Asso chiama Zanzibar #02

Asso chiama Zanzibar #02

Raccoglitrici di alghe
Raccoglitrici di alghe

[In collaborazione con il laboratorio di giornalismo della Scuola Media di Asso coordinato dalla Professoressa Giulia  Caminada ecco i nostri racconti di viaggio dedicati ai giovani giornalisti]

Cari Davide e Enzo

inutile dire che abbiamo aspettato con impazienza la vostra  prima lettera, che abbiamo letto in classe. Del resto abbiamo deciso di studiare il continente africano in questo momento proprio per accompagnarvi in questo viaggio virtuale. Ora che tocca noi scrivere ci risulta però molto difficile scegliere gli argomenti di cui parlare o su cui fare le domande.

Siete arrivati a Zanzibar e sappiamo che l’isola è uno dei luoghi più rappresentativi della cultura Swahili. Ci avete detto che siete attraccati al porto di Stone Town e noi sappiamo che lì ci sono gli antichi palazzi dei sultani e che la cucina è rinomata per i suoi insoliti abbinamenti di sapori. Inutile dire che ci piacerebbe visitare il Beit El-Sahel e il Palazzo delle meraviglie.

Per quanto riguarda la cucina immaginiamo che nella preparazione dei piatti gli abitanti del luogo utilizzino molte spezie. Come sono le coltivazioni delle spezie? Sono estese piantagioni oppure, come da noi, piccoli campi? E quali sono le spezie che si coltivano? Questi campi quanto paesaggio occupano?

Ci avete scritto che siete nell’isola di Unguja che si affaccia sull’Oceano Indiano ed è circondata dalla barriera corallina. Che cosa vi ha colpito di questo ambiente? E’ veramente così stupenda come la vediamo nei documentari? Ci sono squali e balene nell’Oceano Indiano?

Zanzibar è un arcipelago dove si vive in pace? Sappiamo che la maggior parte delle guerre che si combattono nel mondo si svolgono in Africa anche se la TV ne parla poco. In questi giorni ci hanno molto colpito le forti tensioni che stanno scoppiando in Egitto…

Abbiamo molto discusso sulla formula di saluto e non siamo giunti concordi a un saluto condiviso.
Però è certo che il vostro viaggio è anche il nostro e che quindi, perchè salutarci se siamo con voi?

Vi auguriamo le cose più belle e alla prossima lettera
Noi di bloggiornalismo.scuoleasso.it



Mambo, u hali gani? Come va?

Scuste il ritardo nel rispondervi ma l’Humeme, l’energia elettrica, in questi giorni va e viene ed abbiamo avuto qualche difficolà a raggiungere Internet. Vi ringraziamo per la vostra lettera e per le vostre domande: ci vorrà del tempo per trovare tutte le risposte!!

Purtroppo sì, l’Africa è un continente funestato dai conflitti. La guerra è terribile ed ha origine solo e sempre per due motivi: ignoranza ed avidità. Per questo, fintanto che siete giovani, nutrite la vostra mente di conoscenza perchè è l’unica soluzione per evitare la guerra o, nel caso peggiore, non per perderla.

Asante sana (molte grazie!)

Davide “Birillo” Valsecchi & Enzo Santambrogio

Asso chiama Zanzibar #01

Asso chiama Zanzibar #01

Milano, Cairo, Dar es Salaam
Milano, Cairo, Dar es Salaam

[In collaborazione con il laboratorio di giornalismo della Scuola Media di Asso coordinato dalla Professoressa Giulia  Caminada ecco i nostri racconti di viaggio dedicati ai giovani giornalisti]

Buongiorno giovani giornalisti, chi vi scrive è Davide Valsecchi ed Enzo Santambrogio.

Visto il buon lavoro e l’ottima ricerca che abbiamo fatto insieme l’ultima volta si è deciso, in collaborazione con la vostra insegnante, di portarvi in viaggio con noi: ogni settimana vi manderemo una lettera aspettando di ricevere le vostre domande, la settimana successiva vi risponderemo raccontandovi qualcosa di nuovo.

Settimana dopo settimana, lettera dopo lettera, realizzeremo insieme un’avventura condividendo quello che si scoprirà durante il viaggio.

La nostra destinazione questa volta è la {it:Tanzania}, uno stato africano a sud dell’{it:equatore}. Per chi non lo ricordasse l’equatore è la linea immaginaria che sulle carte geografiche divide in due il globo terreste: l’Italia è sopra e noi siamo sotto di cinque gradi per l’esattezza. Questo vuol dire che mentre da voi ancora nevica ed è inverno da noi è piena estate e, come se non bastasse, siamo in una zona tropicale: quindi fa un caldo terribile!!

Lascio a voi il compito di cercare sulla wikipedia cosa sia l’equatore e cosa siano i {it:tropici}: sono sicuro che senza difficoltà, studiando anche il moto terrestre e la rivoluzione attorno al Sole, capirete perchè le stagioni sono invertite. Sì, serve conoscere un sacco di cose per andare in giro per il mondo!

Vediamo un po’ i dettagli del viaggio che abbiamo fatto fino ad adesso:

Siamo partiti dall’Aereoporto di {it:Malpensa} Giovedì 20 Dicembre alle ore 14:00 alla volta dell’aereoporto internzionale del {it:Cairo} dove abbiamo fatto scalo, ossia abbiamo cambiato aereo. Per arrivare al Cairo, la capitale dell’{it:Egitto}, abbiamo impiegato più o meno 3 ore di volo ma dall’aereoplano è stato possibile non solo vedere tutta l’Italia ma anche il {it:Mediterraneo} ed il {it:deserto}. Atterrando si sorvola anche tutta la città e si riesce a vedere dall’alto anche le {it:piramidi} più vicine.

Dopo un paio di ore di attesa ci siamo imbarcati sul volo in partenza per {it:Dar Es Salaam}, la città più importante della Tanzania. Abbiamo volato di notte e quindi questa volta non è stato possibile vedere il {it:Kilimangiaro}, la montagna più alta dell’Africa, che si erge abbastanza vicino a questa rotta.

Alle 5 del mattino di Venerdì 21 siamo finalmente atterrati dopo quasi sette ore di volo. In totale abbiamo trascorso in aereo quasi dieci ore percorrendo oltre 7000 km ad una velocità media di 700 km orari ad un altezza di 10.000 metri.

La Tanzania si trova più ad ovest dell’Italia e per questo ha un {it:fusorario} differente. Questo perchè il Sole, per effetto della rotazione della Terra, sorge prima qui che in Italia da voi. Quando da noi sono le 9:00 del mattino da voi sono solamente le 7:00 perchè qui il giorno inizia due ore prima.

Dar Es Salaam è una città molto grossa ma anche molto differente dalle metropoli europee: in questi grandi aglomerati africani si deve sempre fare molta attenzione perchè tutto è molto più caotico e disordinato che da noi. In pratica hanno il nostro stesso livello tecnologico ma lo sviluppo urbanistico e culturale è stato molto più disorganizzato e questo fa sì che vi sia una situazione densa di contrasti e di contraddizioni per il nostro modo di intendere una città.

Qui tutti hanno la pelle scura e parlano il {it:Swahili}, la lingua nazionale, tuttavia se consocete l’inglese dovreste essere in grado di farvi comprendere dalla maggior parte delle persone che incontrate. Nelle strada si guida alla maniera anglosassone e quindi le corsie di marcia sono inverite: si deve fare attenzione attraversando!!

Dall’aeroporto abbiamo raggiunto il porto della città imbarcandoci su di una piccola motonave ed attraversando il mare verso l’isola principale dell’arcipelago di {it:Zanzibar}: {it:Unguja}. Ci sono volute due ore perchè la distanza tra l’isola e la terra ferma è molta ma, fortunatamente, solo Enzo soffre di mal di mare e quindi io mi sono goduto l’attraversata. L’isola si affaccia sull’{it:Oceano Indiano}ed circondata dalla {it:barriera corallina}.

Sull’isola abbiamo attraccato al porto di {it:Stone Town}, una città molto antica e carica di storia che non molti anni fa è stata dichiarata patrimonio dell’umanità dall’{it:Unesco}, l’organizazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura. Vi parlerò ancora di Stone Town perchè è una città ricca di curiosità e misteri che sicuramente sapranno affascinarvi. Da Stone Town abbiamo attraversato l’isola fino a Nungwi, un villaggio di pescatori che si trova all’estremo nord dell’isola e dove un piccolo faro avvisa le imbarcazioni della presenza degli scogli.

Cosa siamo venuti a fare qui? Enzo deve realizzare degli scatti fotografici per un libro sull’isola e, in virtù dello scambio artistico dello scorso anno, realizzare due imporanti cancelli ornati in ferro. Io come al solito gli darò una mano curiosando come è fatto il mondo.

Bene, credo che ora abbiate un po’ di informazioni per cominciare a curiosare su come è fatta questa parte di Africa e su come organizzare i vostri articoli preparando le vostre domande per noi. Aspetto con impazienza le vostre curiosità ed i vostri quesiti!!

Vi lascio con un saluto locale: Karibu Zanzibar, che significa benvenuti a Zanzibar

Davide “Birillo” Valsecchi & Enzo Santambrogio

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