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Un cancello di Blue Matisse

Un cancello di Blue Matisse

Questa fotografia è stata scattata da John Stead, un giovane fotografo inglese in viaggio a Zanzibar con cui ho fatto amicizia. Gli ho raccontato del nostro viaggio e del nostro cancello, poi gli ho chiesto: “Scatteresti una foto del cancello per i ragazzi della scuola del mio paese?”.

John è un fotografo professionista ma ha trovato la nostra storia interessante ed ha accettato volentieri di realizzare questa suggestiva immagine partecipando alla nostra avventura artistica in Africa.

Quello che vedete nella foto è il cancello che è stato completato, un’opera ideata da Vivide e realizzata da Enzo (con il paziente aiuto del sottoscritto) per l’ingresso principale del resort cinque stelle che accoglierà la prima Galleria d’Arte Internazionale dell’isola di Zanzibar.

Ecco svelato ciò su cui abbiamo lavorato per tutte queste settimane e per cui siamo stati invitati in Africa.

Davide “Birillo” Valsecchi

Thank you again, John!! Assante sana!!
John Stead WebSite

Il mistero svelato

Il mistero svelato

Quando il “Napoletano” mi ha mostrato questa foto ho capito che non avrei potuto astenermi dal pubblicarla e dallo svelare il suo nome.

Come sapete qui in Africa abbiamo fatto amicizia con un “soggetto” misterioso di cui abbiamo celato l’identità nonostante sia stato protagonista di molti dei nostri racconti. Lo abbiamo chiamato “Il Napoletano” in onore alla sua città natale sebbene da anni viva a Roma.

La donna nella foto è inconfondibile: èuna delle attrici italiane più famose nel mondo ed icona di un cinema che all’epoca faceva scuola a livello internazionale. Lei è di fatto la più grande diva vivente del nostro paese: Lei è Sophia Loren.

Lui invece è il “soggetto” con cui io ed Enzo andiamo a pescare tutti i giorni sul lungo pontile di legno sull’Oceano Indiano e con cui condividiamo buona parte dei quest’avventura africana. Vi avevo anticipato come avesse alle spalle un carriera nel cinema e nella televisione molto importante. Sapevo avesse lavorato con Fiorello in teatro ma non avrei mai pensato di vederlo in una foto simile: questo scatto è del 1989 sul set di Dino Risi dove ha recitato come attore nel remake televisivo de La Ciociara proprio con Sophia Loren: Lui è Fabrizio Rodano.

Sophia Loren difficilmente si concede a simili scatti ma quella volta fece un’eccezione complice, forse, il vino di scena:“Dov’è il ragazzo napoletano che recita nel cast, chiamatelo che voglio salutarlo”. Questo pare sia stata la molla che ha portato l’attenzione di Sophia sul nostro Fabrizio.

Comei ragazzi del corso di giornalismo della scuola media di Asso, che tanto si erano preoccupati per Fabrizio (aka “Il Napoletano”) quando si era arpionato un dito,  voglio fare anche io un’intervista di una sola domanda: com’era?

“Era una donna incredibile, alta e riservata. Avvolta nella sua pelliccia era quasi inavvicinabile e nessuno si azzardava a disturbarla. Aveva un’intera villa a disposizione dove si ritirava appena finile le riprese in cui era coinvolta. Quel giorno nella scena vi era un brindisi con del vino rosso e, ciack dopo ciack, le bottiglie hanno cominciato a svuotarsi. Allegra e sorridente quel giorno era di buon umore ed inaspettatamente mi fece chiamare. Io non mi lascia scappare l’occasione e cominciammo a parlare cordialmente: una donna realmente raffinata ed elegante. Sul set era presente anche  Angelo Frontoni (il fotografo della star più famoso dell’epoca ndr.), e fu Lei a chiedere  di scattare questa foto.”

Ora il segreto è svelato. Benvenuto in squadra Fabrizio!!

Davide “Birillo” Valsecchi

Big Waves at Nungwi

Big Waves at Nungwi


Quando soffia il Kaskazi, il vento del nord, il mare comincia a scuotersi ed agitarsi. Il tonfo secco e violento delle onde che si rifrnagono sulla scogliera di corallo si sente anche laddove non si può scorgere il mare, testimonianza distratta ma viva della forza dell’oceano quando è solo annoiato.

Booom, Booom. Un suono che senti vibrare nel terreno mentre ti avvicini al pontile di Zalu. Booom, Booom. Mentre cammini sull’ardita costruzione in legno di “Babu Albert” ti domandi come possano i pali di legno scivolare tra la forza delle onde, come possano resistere indomiti ad un urto tanto violento che si schianta sulla roccia cento metri più avanti.

Eppure sei lì, sul pontile, in mezzo al mare che si scuote mentre guardi le onde da un punto di vista impossibile: quello dell’oceano.

Davide “Birillo” Valsecchi

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