Grignetta: REL e Direttissima
La “Direttissima” in Grignetta, che collega i Pian dei Resinelli al Rifugio Rosalba, è uno degli itinerari più noti e frequentati di tutto il gruppo montuoso. Percorrerlo significa addentrarsi attraverso le più famose “strutture” che compongono la cattedrale di pietra che è la Grignetta. Il sentiero è oggi attrezzato con funi metalliche e scale ma, in origine, nacque come itinerario alpinistico grazie all’intuizione di Eugenio Fasana che nell’Ottobre del 1911, insieme con Luigi Binaghi e Giuseppe Maccagno, riesce a individuare un percorso che dai Resinelli raggiunge il Colle Valsecchi sulla Cresta Segantini. Solo nel 1923 la sezione CAI di Milano attrezza l’itinerario con catene nei punti più esposti, piazzando una scala metallica per superare un salto verticale.
Sulle pagine di “Cima” la Direttissima e la sua storia sono state trattate spesso, tuttavia questo itinerario è diventato per me il “termine di confronto” per comprendere i cambiamenti che verranno introdotti dalla REL, la Rete Escursionistica della Lombardia. Con una legge regionale del 27 febbraio 2017, la Lombardia ha deciso di censire e catalogare la propria rete escursionistica definendo quelli che sono i sentieri escursionistici, i sentieri alpinistici, le vie ferrate, i siti di arrampicata. Un censimento che si prevedeva concluso entro il 2020.
La legge definisce le differenze in questo modo:
- sentieri escursionistici: percorsi ubicati in pianura, collina o montagna, destinati all’attività turistica, ricreativa o alle pratiche sportive e del tempo libero, privi di difficoltà tecniche, costituiti da mulattiere, sentieri e strade vicinali interpoderali utilizzati anche per scopi agro-silvo-pastorali, per il raggiungimento di rifugi.
- sentieri alpinistici: percorsi che si sviluppano prevalentemente in zone di montagna e conducono, anche mediante tratti attrezzati con funi, corrimano e brevi scale, a rifugi alpini, bivacchi fissi e località di particolare interesse alpinistico e naturalistico, alpeggi e piccoli borghi.
- vie ferrate: tratti di percorsi su pareti rocciose impervie, creste, cenge e forre, dotati di cavi, catene, staffe, funi, passerelle o altri ancoraggi fissi, utili a consentirne la percorribilità;
- siti di arrampicata: pareti rocciose ripide, verticali o a strapiombo in cui si trovano vie di arrampicata di difficoltà e tipologie diverse, anche attrezzate con chiodi, fittoni e catene che permettono la sola autoprotezione dell’utente.
In quest’ottica la “Direttisima” potrebbe apparire di difficile catalogazione, nella realtà però il tutto si riduce in modo piuttosto semplice: EE, sentiero per escursionisti esperti, oppure EEA, sentiero per escursionisti esperti attrezzati.
Chi frequenta spesso la Grignetta avrà avuto occasione di osservare comitive di “Milanesi”, nell’accezione più bonaria del termine, muniti di caschetto, imbrago, set da ferrata e guantini che si guadagnavano, anche onorevolmente invero, la cima della Grignetta passando dalla Direttissima, dallo Scarrettone e dal canale Federazione: un giro impegnativo e tutto attrezzato, in cui infilarsi l’imbrago alla partenza ha un suo senso. Certo, può far sorridere tutto quell’armamentario, ma è giusto che ognuno sia libero di affrontare una salita come crede, “melius abundare quam deficere” quando vi è la possibilità (catene e scale, più o meno, ci sono dal 1923). La questione è che questa potrebbe diventare la “regola”: la direttissima smetterebbe di essere un “sentiero” per diventare una “ferrata”?
Sebbene l’attuale cartellonistica riporti EE, dalle prime indiscrezioni, “sembra” che nel REL verranno inseriti come EEA sia la Direttissima quanto il Sentiero della Cresta Sinigaglia (rif. Porta -> vetta Grignetta), la Traversata Alta (vetta Grignetta -> vetta Grignone e rif. Brioschi) il Sentiero Giorgio (parte della Direttissima), il Sentiero Cecilia (rif. Rosalba -> vetta Grignetta), il Canalone dell’Angelina: (Direttissima -> sentiero Cecilia) ed il Sentiero dell’alta Val Scarettone (Colle Valsecchi -> Bocchetta del Giardino). Curiosamente, almeno per me, il Canalone Porta – che io reputo più pericoloso – sarà considerato solo EE visto che non sono presenti “infissi geotecnici”.
Già oggi sul web, “da yogalpinismo a sassbaloss”, la maggiorparte di questi itinerari sono descritti, forse con leggerezza, come EEA ed è pertanto probabile che questa “consuetudine” abbia poi effetto diretto sulla classificazione finale. Già nel 2016, quando vi fu una massiccia ristrutturazione dei sentieri attrezzati in Lombardia, nelle pubblicazioni della Regione la Direttissima, lo Scarettone ed il Sentiero Cecilia venivano già elencati come vie ferrate.
Orbene, mi è capitato di percorrere lo Scarrettone in discesa e sotto la pioggia e, posso garantirvelo, ho decisamente apprezzato il potermi aggrappare al cavo metallico, quindi non è mia intenzione recriminare sulla loro presenza. Tuttavia se viene definito EEA – ovvero percorso che al pari delle ferrate richiede l’uso dei dispositivi di autoassicurazione – diventa difficile capire dal punto di vista della legge cosa cambierà se percorso senza imbrago, dissipatore e lounge omologata. “Dura Lex Sed Lex”: non è un cambiamento da sottovalutare.
Le ferrate inoltre, come recentemente il territorio lecchese ben sa, quando non sono a norma di legge vengono “Vietate” ed il passaggio non è “a proprio rischio e pericolo” ma diventa un “illecito” e, come tale, in qualche modo “sanzionabile” o “punibile” in caso di incidente o responsabilità. In passato, quando i cavi erano rotti, la Direttissima è già stata definita “inagibile”: il passaggio era “vietato” o “sconsigliato”?
Il REL, che in senso generale è un’iniziativa positiva, trasformerà la Grignetta in una gigantesca Ferrata? Tutti in fila, tutti appesi ad un cavo, tutti con la mascherina ad un metro di distanza? Non sembra un radioso futuro per l’Accademia dell’Arrampicata…
Fortunatamente non sta a me decidere, anche se sono preoccupato per le scelte che verranno fatte sui Corni e sul Moregallo: paradossalmente si rischierebbe di poter risalire la Crestina OSA in libera mentre diverrebbe mandatorio il set da ferrata per il Belasa o la cresta Occidentale.
Nel mentre non posso che rileggere e condividere con voi la descrizione della Direttissima che ne dava Silvio Saglio nel 1957.
AL RIFUGIO ROSALBA m 1730 PER IL SENTIERO DELLA DIRETTISSIMA, ore 2.30; traversata da compiersi con attenzione, in alcuni tratti facilitata da corde, scalette e arpioni. — Dal Rifugio C. Porta m 1426 una comoda e larga viottola si dirige a settentrione per passare in cospetto dell’artistica stele della Madonna delle Rocce e attraversare con due risvolte il freschissimo Bosco Giulia. La viottola termina su un ripiano donde dirama due sentieri: uno prosegue a d. e, per la Costa dell’Asinino o Cresta Cermenati, raggiunge la vetta della Grigna meridionale; l’altro, il «Sentiero della Direttissima», svolta a sin. e corre pianeggiante e di costa per breve tratto, portandosi alla base del Musone dell’ Asinino, dove su una balza è scolpito nel vivo un vecchio segno di confine del Comune di Mandello. Il sent. passa poi al di sopra di un minuscolo faggeto, attraversa la foce del Canalone Caimi e s’incontra con quello proveniente dal Piano dei Resinelli. Dopo il Canalone Caimi risale a serpentine lungo una costa erbosa con vista sempre più ampia, s’inoltra verso la base di altri roccioni e, con diminuita pendenza, attraversa qualche colatoio secondario, s’innalza a svolte per un’erta china d’erba. All’incontro di un profondo canale la traccia rimonta il pietroso e franoso pendio di d. si perde alla radice di uno spuntone roccioso, sale per facili roccette friabili e, spostandosi a sin. per roccioni lisci ma facili, scende in un canaletto ben gradinato fino al fondo del canalone, di fronte all’aspra «paretina». Si supera la paretina servendosi di arpioni, quindi ci si sposta a sin. su un ripiano con ringhiera e ci s’innalza per facili gradini rocciosi verso una scaletta, con la quale si entra nel caminetto e lo si risale (1 ora). Al di sopra deì canzinetto il sent., dopo un tratto piano, scende con poche svolte, percorre la cengetta Ferrari alla testata di un profondo valloncello, scavalca uno speroncino e, dopo un secondo e terzo sperone, si abbassa in un canale. Di qui sale a un intaglio, correndo su cenge erbose, su tacche rocciose, munite di corde metalliche e, dal fondo del Canalone dei Piccioni, s’innalza verso lo sperone che divide dal Canalone di Val Tesa e perviene alla sella che i separa il Campaniletto, la Torre, la Lancia e il Fungo. In seguito prosegue in piano, scende sul fondo di un canalone, si alza a un altro intaglio, dal quale si ammira la Torre Costanza, la caratteristica Mongolfiera, la elevata Piramide Casati e il poderoso Torrione Palma (ore 0.30-1.30) e si biforca. Si segue il sent. di sin. che si abbassa sul fianco e sul fondo di un canale detritico, si scavalcano alcune costole rocciose e si giunge alla base dello spigolo meridionale della Piramide Casati. Di qui si riprende la salita per un canale e per una ripida china erbosa e ci si porta sul Sentiero Cecilia tra il Colle Garibaldi e il Colle Rosalba. Raggiunto quest’ultimo valico, la traccia discende nel versante di V. Scarettone e, dopo essere passati tra un roccione e la Torre Rosalba, si porta nei pressi della cresta, che raggiunge al Rifugio Rosalba m 1730 (ore 1-2.30; v. N. 502).
– RIFUGIO ROSALBA
Con un’unica denominazione vengono ora indicati i 2 rifugi che sorgono a m 1730, sulla cresta che separa la V. Monastero dalla V. Scarettone nei pressi del Colle del Pertusio. Il luogo è bellissimo; meraviglioso il panorama sulla vicina verde Brianza, sul sottostante azzurro lago, sulla lontana brumosa pianura lombarda limitata dagli evanescenti Appennini e sull’imponente e scintillante cerchia alpina che, appoggiandosi al colossale pilastro del M. Rosa, si stende ad arco dalle Marittime alle Retiche. La località è frequentatissima come meta a sè e come punto di partenza per brevi e divertenti arrampicate.
Il vecchio rifugio fu donato da Davide Valsecchi alla Sez. di Milano del CAI, che lo chiamò col nome della figliola; fu solennemente inaugurato il 15 luglio 1906 e ampliato nel 1921. È tutto in legno, esternamente rivestito di lamiera di zinco. Attualmente dispone di 9 cuccette nel dormitorio comune, 6 nel dormitorio signore, 6 nel sottotetto e 2 nel locale del custode, tutte di rete metallica; è dotato di materassi, di guanciali, di sufficiente numero di coperte, di lenzuola, di suppellettili di cucina e di mensa. Il nuovo rifugio, inaugurato nel 1955, è una costruzione in muratura a 2 piani, con 33 cuccette, riscaldamento a stufa, illuminazione a gas liquido, cassetta medicazione. – Sono aperti con servizio d’alberghetto nei giorni festivi di maggio, giugno, settembre e ottobre, mentre in luglio e agosto funzionano continuativamente.