Campionissimo: l’Amaro del Ghisallo
Giro di Lombardia del 1939, la Gazzetta dello Sport riporta tra gli iscritti alla gara un giovane sconosciuto di Castellania con il numero 36: Fausto Coppi, il futuro Campionissimo.
Alto e magrissimo indossa una maglia gialla bordata di rosso del “Dopolavoro di Novi Ligure“. Quell’anno vincerà il Lombardia Gino Bartali ed il giovane non riuscirà a mettersi in evidenza.
A sorpresa nel 1940 sarà proprio lo sconosciuto Fausto Coppi a vincere il Giro d’Italia. Fausto, con la maglia rossa del Giro, si ritrova faccia a faccia con Gino, con la maglia tricolore del Campione Italiano, nell’ultima gara della stagione: il Giro di Lombardia.
Ma su quel primo confronto al Ghisallo, la salita che da Bellagio si inerpica verso Magreglio, Bartali stacca Coppi e va a vincere a Milano con cinque minuti di vantaggio su Osvaldo Bailo, il nipote di Girardengo.
Poi arriva la guerra e tutto si ferma. Solo nel ‘46 rinasce la grande competizione del Lombardia e prende il via la grande sfida tra Coppi e Bartali: Giro di Lombardia, la classicissima di chiusura che nel Ghisallo ha proprio la sua più concitata salita finale.
Nel suo percorso classico degli anni ’40 e dei primi anni ’50 il Ghisallo sembrava fatto su misura per il grande Airone. Nel ‘48 il trionfo del Campionissimo: «Ad Onno Coppi ha 30″ di vantaggio. Vola, letteralmente, sul lungolago col suo stile inimitabile. Guadagna oltre un minuto in dieci chilometri. A Bellagio il suo vantaggio è salito a 1’45″. Invano gli inseguitori si coalizzano. Coppi scala il Ghisallo nel sole con eleganza. Si tratta di una magica ascensione al cielo. Il record della salita viene polverizzato. Coppi impiega 25’30″ sugli 8,8 chilometri, migliorando il precedente primato di 1’43″. Su quelle rampe il campione del mondo Schulte arranca e si arrende. Invano Louis Bobet e il campione d’Italia Vito Ortelli lo inseguono. Fausto frulla via imprendibile. »
E’ in questo clima di entusiasmo che trascina tutta la Vallassina che il Liquorificio Scannagatta, già medaglia d’oro all’esposizione mondiale di Parigi del 1900 per il Vespertò, decide di realizzare una nuova bevanda a base di erbe del triangolo lariano: Amaro del Ghisallo, il Campionissimo.
Questo storico liquore è ora di nuovo in produzione grazie all’impegno della famiglia Gandola di Bellagio che ha nella nostra Asso la sede principale dei propri stabilimenti nautici. Una tradizione ed un pezzo di storia della nostra valle ancora tutto da gustare.
In questo video potete vedere un documentario dell’epoca su Coppi che termina proprio con l’ultima salita del Campionissimo verso il Ghisallo:
Davide “Birillo” Valsecchi