Year: 2011

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Il ritorno della luce, la nascita degli dei

Il ritorno della luce, la nascita degli dei

Si avvicina il solstizio d’inverno, il tempo della nascita degli dei, il ritorno della luce.
Da un punto di vista astrofisico, il “solstizio d’inverno” è il giorno dell’anno nel quale – nel cielo dell’emisfero Nord del nostro Globo (mentre in quello dell’emisfero Sud o australe, ricorre il “solstizio d’estate”) – il Sole, nel suo moto annuo lungo l’eclittica (cioè, il cerchio massimo sulla sfera celeste che corrisponde al percorso apparente del Sole durante l’anno), viene a trovarsi alla sua minima declinazione.

In altre parole: nel giorno del “solstizio d’inverno”, il Sole sorge nel punto più meridionale dell’orizzonte Est della Terra, culmina a mezzogiorno alla sua altezza minima (a quell’ora, cioè, è allo Zenit del tropico del Capricorno) e manifesta la sua durata minima di luce (all’incirca, 8 ore e 50/55 minuti). A partire da quel momento, la luce cessa di diminuire e ricomincia ad aumentare la luminosità delle nostre giornate.

La rinascita del sole veniva quindi legata a grandi festeggiamenti: in Egitto si festeggiava la nascita del dio Horo e il padre, Osiride, si credeva fosse nato nello stesso periodo; nel Messico pre-colombiano nasceva il dio Quetzalcoath e l’azteco Huitzilopochtli; Bacab nello Yucatan; il dio Bacco in Grecia, nonché Ercole e Adone o Adonis; il dio Freyr, figlio di Odino e di Freya, era festeggiato dalle genti del Nord; Zaratustra in Azerbaigian; Buddha, in Oriente; Krishna, in India; Scing-Shin in Cina; in Persia, si celebrava il dio guerriero Mithra, detto il Salvatore ed a Babilonia vedeva la luce il dio Tammuz, “Unico Figlio” della dea Istar, rappresentata col figlio divino fra le braccia e con, intorno al capo, un’aureola di dodici stelle.

«Nella Romanità, in una data compresa tra il 21 e il 25 dicembre, si celebrava solennemente la rinascita del Sole, il Dies Natalis Solis Invicti, il giorno del Natale del Sole Invitto, dopo l’introduzione, sotto l’Imperatore Aureliano, del culto del dio indo-iraniano Mithra nelle tradizioni religiose romane e l’edificazione del suo tempio nel campus Agrippae, l’attuale piazza San Silvestro a Roma, che era praticamente incluso all’interno di un più vasto ciclo di festività che i Romani chiamavano Saturnalia, festività dedicate a Saturno, Re dell’Età dell’Oro, che, a partire dal 217 a .C. e dopo le successive riforme introdotte da Cesare e da Caligola, si prolungavano dal 17 al 25 Dicembre e finivano con le Larentalia o festa dei Lari, le divinità tutelari incaricate di proteggere i raccolti, le strade, le città, la famiglia.»

Ovviamente il 25 Dicembre è il cuore delle festività Cristiane e si celebra la nascita di Gesù Cristo. Anche nel cristianesimo grande importanza ha il passaggio celeste del solstizio e del ritorno della luce sebbene, con il tempo, si sia affievolita l’attenzione su questo aspetto. (il cristianesimo ha in verità affievolito l’attenzione su gran parte degli aspetti importati della propria religione).

Che voi crediate in uno a caso delle divinità sopra elencate o che siate dei miscredenti senza dio e senza fede, rallegratevi: l’inverno sta iniziando la sua fine!

Il solstizio quest’anno sarà il 22 Dic alle 05:30 UTC, ossia alle 06:30 CET.
Enjoy the Light!

Davide Valsecchi

L’inverno astrologico differisce dall’inverno metereologico per via dell’inerzia termica del pianeta. Possiamo ancora sperare nella neve!!

La Televisione Svizzera ed il Cornizzolo

La Televisione Svizzera ed il Cornizzolo

Nel 2008 persino TSI1, il primo canale televisivo della Tv Svizzera Italiana, si è interessata alle vicende che coinvolgono, suo malgrado, il Monte Cornizzolo.

In Italia i giornali e le televisoni strettamente locali, alcuni ostentando banner pubblicitari Holcim, a volte trattano l’argomento in modo marginale connotando le iniziative di protesta in modo spesso poco lusinghiero.

La Televisione Svizzera, incredibilmente, dedica addirittura uno speciale di 30 minuti e pare invece accogliere gli ideali che animano la difesa del Cornizzolo: “Sette piccoli Davide contro un grande Golia”, ecco come TSI1 definisce i sette sindaci che si sono espressi in difesa della cava. La voce della commentatrice diventa quasi affettuosa mentre dice “…se le inventano di tutti i colori per difendere la loro montagna dagli assalti della multinazionale Svizzera”.

Incredibile che siano proprio gli svizzeri a credere nella salvaguardia del nostro ambiente mentre da più parti, qui sul territorio, cercano di screditare chi si oppone, chi vuole “salvare il Cornizzolo e fermare la cava”.

Walter Bonatti disse:«Le montagne hanno il valore degli uomini che le salgono, altrimenti non sarebbero altro che un cumulo di sassi». Diamo valore alle nostre montagne! Salviamo il Cornizzolo e fermiamo la cava!

Team4K e la Cava del Cornizzolo

Team4K e la Cava del Cornizzolo

I “ragazzacci” del Team4k ne hanno combinata un’altra e sono andati in gita alla cava dell’Alpetto, l’imponente fronte estrattivo sul monte Cornizzolo.

Hanno letto un comunicato del portavoce dell’azienda Holcim e si sono messi in viaggio: “La Miniera di Alpetto in località Cesana Brianza e Suello (LC) che tutti prendono come cattivo esempio di attività estrattiva del nostro gruppo, deve essere interpretata in chiave temporale… La parte oggetto di recupero ambientale, ecologico e paesaggistico, ovvero il settore ovest, è ora invece uno spazio sviluppato su diversi livelli di pianori, fruibile attraverso percorsi di viabilità anche se purtroppo meno noto ai più”. (Link)

Il Team4k voleva esplorare questi percorsi e così, partendo dal Santuario della Madonna della Neve, sono andati un po’ a zonzo. Il frutto della loro esplorazione è nelle immagini e nei video che mi hanno gentilmente inviato via web.

X11, così si firma il leader dei Team4k, è un’appassionato lettore dei miei racconti di viaggio ed ha voluto scrivermi via email la sua esperienza attraverso la cava:

«Mi aspettavo di trovare qualche percorso naturalistico attrezzato, così come avevo letto nell’articolo, ma nella zona abbiamo trovato solo i segnali della Regione ed i sentieri noti. Ci siamo addentrati lungo alcune tracce, probabilmente segnate da pecore e capre, ritrovandoci con nostro disappunto dentro la grande cava: non era nostra intenzione ed abbiamo dovuto fare un lungo giro per uscirne in sicurezza.

La sensazione è incredibile e le dimensioni della parete che si staglia sul fianco della montagna è tale da disorientare e confondere il senso della prospettiva. Tutto è assurdamente ed incredibilmente grande. E’ stupefacente ed al contempo terrificante cercare di immaginare il profilo originale di quei pendii!

Si ha la sensazione di vagare attrerso la morena di un ghiacciaio estinto, costellato da spettrali ed inquietanti residui industriali del passato. Un gigantesco mondo fantasma dove anche la roccia viva è stata brutalizzata: è desolante il sentirsi così piccoli di fronte ad una ferita tanto grande!

La zona è decisamente precaria e pericolosa, un’area immensa dove non è consigliabile avventurarsi: altro che  percorso di viabilità purtroppo meno noto ai più!!».

X11 ed il Team4k si sono avventurati attraverso il bosco circostante alla cava e sono davvero sorpredenti le immagini che hanno raccolto:

Ed ecco anche un piccolo video:

[Attenzione] Io che sono anziano devo fare come sempre le solite raccomandazioni. Non so se X11 ed i ragazzi della sua squadra potessero andare a zonzo da quelle parti, non so come sia regolato l’accesso a quella zona ed il comunicato non è chiaro in merito. Sebbene i ragazzi siano partiti dalla Madonna della Neve si può però capire dalle immagini come quello sia un posto potenzialmente pericoloso, senza sentieri o indicazioni e con il costante pericolo di caduta sassi. Quindi raccomando a tutti di tenersi alla larga 😉

Davide Valsecchi

Laura Perna e Fabio Fazio

Laura Perna e Fabio Fazio

Cercando sul Web ci si imbatte spesso in sorprese inaspettate: un’intervista di Fabio Fazio alla Dottoressa Laura Perna, fondatrice di Kimbondo, in occasione della sua premiazione alla sesta edizione del “Premio Alta Qualità” del 2006.

La dottoressa, che ha oltre novantanni ora, è ancora laggiù, in Congo, e prosegue la sua opera nella Pediatria insieme a Padre Hugo. Lei forse ora ha rallentato un po’ (92 anni!!) ma la sua creazione, il suo sogno, continua a crescere ed oggi la pediatria ospita oltre 700 bambini.

“Benchè manchino di tutto i bambini non sono mai tristi” dice la dottoressa in un passaggio dell’intervista che mi ha colpito. Spesso è vero, i bambini possiedono una forza strana, una speranza che spesso gli adulti smarriscono.

Ecco in due filmati l’intervista alla dottoressa Perna:

La Cascata dei Penitenti

La Cascata dei Penitenti

La Vallategna by Dario Tagliabue

Come forse ormai tutti saprete l’Amministrazione Comunale di Asso, la stessa che il 26 Febbraio 2010 approvò all’unanimità la costruzione del discusso Supermercato poi revocato, ha acquistato l’area sottostane alla cascata della Vallategna.

Non volevo condizionare l’opinione altrui e così ho atteso qualche settimana per pronunciarmi sulla questione. Ero presente al Consiglio Comunale Straordinario e questo mi ha dato modo di saggiare le sensazioni e le persone coinvolte.

Non sono molto soddisfatto di come sono andate le cose e credo di avere due osservazioni che vale la pena sottolineare:

– La prima è che il terreno sotto la cascata era pressochè invendibile: al centro di feroci polemiche è soggetto ad un ricorso del TAR,   nessuno avrebbe mai avuto interesse a acquistarlo se non proprio quest’Amministrazione Comunale. Essenso invendibile quel terreno era praticamente senza valore e quindi mi chiedo in che modo possano essere state condotte le trattative d’acquisto e, sostanzialmente, concordato il prezzo. Onestamente si potrebbe pensare che la mossa sia un “risarcimento politico” imposto dalle contestazioni ed un “risarcimento economico” a favore di tutti gli interessi privati che sono stati lesi dal blocco del supermercato. Il Sindaco, meno di un anno e mezzo fa, sosteneva che era “fare filosofia” proporre un parco sotto la cascata, che non vi erano i soldi e che si sarebbe venuto meno ai diritti acquisiti dai proprietari dei terreni. Ora il Sindaco ha trovato i soldi, o quanto meno ha acceso un mutuo, e si vanta di aver regalato la cascata alla popolazione ma, fondamentalmente, l’ha comprata con soldi pubblici e ci ha fatto pagare due volte qualcosa che, sostanzialmente, era già nostro.

– La seconda è la gestione dell’area. Io ricordo tutte le invettive contro i così detti “ambientalisti”, contro i volontari che sensibilizzavano la gente e raccoglievano le firme per i cedri e la cascata. Ora le stesse persone che puntavano il dito tendono la mano: il sindaco, angelicamente, invita le associazioni a partecipare al salvataggio della cascata. Onestamente parlando io non ho intenzione di “sporcarmi le mani per pulire la loro coscienza“. Non voglio che quest’amministrazione strumentalizzi ancora una volta l’impegno altrui: se si vuole coinvolgere dei volontari credo siano necessarie delle garanzie, sia necessario definire gli obbiettivi, stilare un documento ed istituire un comitato di coordinamento per la gestione dell’area in modo indipendente dai politici. Se il sindaco vuole che i volontari facciano un passo avanti dovrebbe inizitutto fare lei un passo indietro!

Qualcuno tempo fa disse che Asso languiva in una sorta di Medio Evo. Beh, io credo che l’oscurantismo assese non sia ancora finito e sia ben lontano dall’esserlo purtroppo.

Ricordo bene le parole di Giovanni Conti pronunciate con veemenza durante il consiglio comunale: “Ma io mi domando: dove erano gli ambientalisti? Dove erano i paladini del fiume?” (Link). Ora sono io a domandarmi: “Gli ambientalisti hanno vinto, dopo quanto è successo perchè dovrebbero fidarsi di lui e della sua amministrazione?”.

Asso possiede ora memoria. I giochi sono finiti.

Davide Valsecchi

La Dottoressa Bruna Galli

La Dottoressa Bruna Galli

Qualcuno già la conosce ma è ormai tempo di presentare la mia compagna di viaggio, la ragazza con cui andrò nella Repubblica Popolare del Congo: la Dottoressa Bruna Galli.

Bruna è di qualche anno più giovane di me, ci siamo conosciuti circa due anni fa quando per lavorare presso la comunità terapeutica di San Giorgio a Valbrona si era trasferita ad Asso da Bergamo. Grazie ad un comune amico ci incontrammo in trattoria una sera d’inverno rientrando da Venezia.

Bruna è specializzata in tecniche della riabilitazione psichiatrica ed ha una solida esperienza nell’ambito dei percorsi riabilitativi per dipendenze da alcohol e droga. Fu lei ad insistere, più o meno un anno fa, affinchè organizzassi escursioni per i suoi pazienti sulle nostre montagne. Sempre grazie a lei questo tipo di attività si è consolidato ora in un vero e proprio programma di montagna-terapia nell’ambito della penisola lariana.

Se oggi posso passare le mie giornate portando a spasso per i monti i “ragazzi” è decisamente merito suo ed è anche per questo che accompagnarla è diventato per me un imperativo: andare a Kimbondo, la famosa pediatria in Congo, era un suo desiderio da tanto tempo ed io non potevo che accontentarla ed aiutarla.

I ben informati sapranno anche che, più o meno a Novembre dello scorso anno, la casa di Bruna si è riempita di muffa diventanto invivibile e, causa forza maggiore, la nostra Dottoressa è stata costretta a trasferirsi sotto lo stesso tetto del montagnino che ora vi scrive (…e da allora non si è più spostata!).

Sebbene la nostra casa sia con il tempo diventata una specie di “campo base permanente” (ormai ho una stanza apposta solo per gli amici di passaggio!) io e la Dottoressa abbiamo dato vita ad “una solida realtà strutturata a due” (…non mi è mai riuscito di dire coppia!).

Io continuo a ripeterle che dovrebbe mettersi con un bravo ragazzo, uno di quelli seri, che dovrebbe piantare (e magari lasciare un po’ più libero) quello scapestrato ed inaffidabile montagnino che crea solo casini per la valle. Purtroppo lei non sembra intenzionata a darmi ascolto e persiste nella sua scellerata scelta.

Qualche settimana fa l’ho persino “piantata” e le ho detto “Okey, allora ti lascio io!”. Neppure questo è però servito: è diventata più carina, più allegra ed abbiamo iniziato ad andare anche più daccordo (forse perchè io adoro stare con una ragazza che non sia la mia…).

In ogni caso lei è il cuore ed il centro della prossima spedizione di “Cima” e quindi ci tenevo a presentarvela e, per scattare una foto da mostrarvi, non ho potuto trattenermi dallo spararle con il flash mentre mangiava le sue pesche in una tranquilla domenica mattina.

Ecco a voi Miss Bruna in tutto il suo splendore mattutino (…e se non mi lascia per questo non so più che fare!!)

Davide Valsecchi

Ps: Brum Brum, il Congo non mi spaventa ma parlare di bimbi e matrimoni…

Birillo il Matto

Birillo il Matto

Notte di arcani e magia sabato sera. Sul tavolo bottiglie di birra e scatole vuote di pizza d’asporto, nelle casse Iggy Pop mentre Cris sceglieva le canzoni.  C’era la Luna piena ed era stata una settimana difficile. Io e Bruna abbiamo avuto alti e bassi cercando di capire cosa fare del nostro futuro e, grazie al cielo, una pioggia di amici ci è piovuta addosso nel mentre.

Alessandra, la ragazza di Cristian, è laureata in filosofia e discuteva con Emanuele di filosofi e psicologi famosi. Mi guardano e mi chiedono: “Ti senti Platonico o Aristotelico?”. Rido, ancora provano queste cose con me. “Di solito divento Platonico solo se non ma la danno, ma in linea di massima resto un Cinico”. Scuotono la testa e riprendono ad arrovellarsi su questioni Kantiane mentre io e Cristian apriamo un’altra birra: panta rei!!

Alessandra è una ragazza davvero speciale dalle capacità curiose. Ha studiato per molti anni gli studi sulla cartomanzia e sulla divinazione di Carl Gustav Jung, psicologo e psichiatra la cui fama rivaleggia con quella di Sigmund Freud e che tra gli scienziati moderni ha maggioramente esplorato ciò che di paranormale sembra nascondere la mente umana e la realtà.

Bruna voleva farsi leggere le carte e così Ale ha tirato fuori dalla borsa il suo mazzo, le ventidue lame dei Tarocchi di Marsiglia. Mi piacciono le carte, sono strumenti potenti, più di quanto la gente creda, ma al contempo detesto che si curiosi nella mia mente, che si sbirci nei mei pensieri, che mi si invada.

Se a Brera ti legge le carte una finta zingara è una cosa, se lo fa una filosofa e psicoterapeuta è un’altra. Non è cosa da prendere alla leggera. Non mi andava che Ale si affaticasse per me, so per esperienza quanto sia difficile interpretare il mio futuro: “Ale, non leggermi le carte. Facciamo un gioco più semplice: io mischio il tuo mazzo e scelgo una carta. Tu devi semplicemente dirmi cosa rappresenta quella carta nei tuoi tarocchi”.

Incuriosita Ale mi ha dato le sue carte ed io ho iniziato, con molta cura, a mischiarle lasciando che il gesto mi assorbisse. Con uno straccio ho pulito il tavolo, appoggiato il mazzo e steso le carte con un delicato gesto della mano. Un respiro e via: “Non può che essere questa!”.

Ho quindi preso una carta e l’ho girata osservando compiaciuto e divertito la scelta fatta: “le mat”, il matto. Intorno tutti osservavano la mia piccola magia e la curiosa figura sulla carta: un giullare girovago, col cappello a sonagli e col bastone, che regge su una spalla un fagottino con le sue poche cose e si avvia verso una strada non meglio identificata, rincorso da un cane che gli sta lacerando una calza.

Tra le ventidue carte è l’unica che non possiede un numero, è un eccezione, una specie di jolly. L’unica carta del mazzo che sembra urlare “Io non sono un numero!”. Una figura che ha chiaramente lasciato il sistema, ha abbandonato il mondo normale e a cui non importa che il cane, o il pregiudizio, lo morda o lo spinga. Un ribelle stufo di tutte le altre carte e delle loro regole, della loro morale, e che ha deciso di lasciare tutto. La ferita alla gamba suggerisce come questo non sia stato fatto senza difficoltà.

Ho riso compiaciuto: quale carta migliore potevo scegliere per me? Bruna invece era quasi spaventata mentre Emanuele era divertito. Cristian si è limitato a scegliere un morbido passaggio di pianoforte per ammorbidire le parole di Ale.

“E’ una figura che cammina e, nel tuo caso, sembra decisamente adatta. Ha un grande potenziale. Jodorowsky sostiene che il matto sia pura energia, ma è altrettanto vero che è totalmente incontrollabile se non adirittura fuori controllo: può essere tutto ma può disperdersi e diventare niente. Non possiede limiti ma questo, alle volte, può essere un rischio enorme.”

Trovo interessante che sul tavolo siano state poste ventidue carte ed io abbia scelto l’unica che non mi racconta nulla di nuovo. Credete davvero che questa carta mi assomigli?

Il Matto sembra non avere età , il suo sguardo è diretto verso l’alto e guarda in avanti senza alcuna preoccupazione. Voltando le spalle al passato, cammina spedito verso il futuro, tenendo un bastone nella mano destra e portando con la sinistra un sacchetto appeso a un secondo bastone. Annuncia il suo arrivo con il tintinnio dei campanelli attaccati al suo collare e alla cintola, facendo ridere la gente, scacciando gli spiriti maligni mentri i cani gli corrono dietro per morderlo. Il Matto è indifferente alla derisione altrui derivante dalla sua diversità, ma non bisogna dimenticare che i giullari erano gli unici che potevano dire le verità più sgradevoli anche ai sovrani, protetti dalla loro pazzia che li assimila al mondo divino, esclusi dalle leggi umane che governano il mondo. Pazzia quindi come stato di suprema saggezza.

No, secondo me non mi assomiglia per niente =)

Davide Valsecchi

Cornizzolo Night

Cornizzolo Night

«Le donne rendono gli uomini stupidi: me più degli altri» Questo è più o meno il senso di come mi sento questa sera. Emanuele, a cena in trattoria con me, se la ride di gusto e, ben consapevole di ciò che mi rende inquieto, rigira il dito nella piaga come è consono per un buon amico.

Quando ormai lui ed il vino mi hanno sistemato e torturato a sufficienza se ne esce con una domanda fatta di una parola sola: “Notturna?”. Lui ha vent’anni d’età, io altrettanti di esperienza: siamo una buona squadra infondo. L’idea, visto come sono ridotto, non è poi  male e la luna, ormai quasi completamente piena, è dalla nostra. Si va!

Un bacio alle zie e siamo in strada. Sono le dieci di sera e dobbiamo spicciarci. Carichiamo in macchina l’equipaggiamento e siamo a Gajum. Gli occhi lentamente si abituano al buio,  la forza del sole è tanto grande che gli basta il riflesso di un grosso sasso nello spazio per illuminare i nostri passi. Come due silenziosi fantasi lasciamo che il buio ci avvolga mentre guadiamo il fiume Ravella e cominciamo a salire verso il Cornizzolo su cui risplende la croce illuminata.

I rumori del bosco si acquietano al nostro passaggio, segnali e messaggi rimbalzano tra le piante e le ombre: ci sono due intrusi nel bosco questa notte. I miei pensieri si perdono tra i passi, più saliamo e meno mi pesano. Attorno a noi c’è un Dicembre anomalo ed è il caldo e non il freddo a darci il tormento. Ad una fontanella, impossibile da trovare al buio senza conoscerla, ci fermiamo a bere dolci sorsi d’acqua che, con infinita calma, ci vengono regalati dalla montagna.

Ormai ci siamo, usciamo dal bosco per trovarci sui grandi prati sotto la cima. Qui lo spettacolo è incredibile, sembra che le stelle tutte siano cadute a terra formando un tappeto di luci su cui aleggia un’irreale alone arancione, un’alba nottura.

Ormai è mezza notte, puntiamo alla cima dove il destino si prende gioco di me. Per tutta la salita la croce ci ha guidato luminosa attraverso la valle. Quando, ormai in vetta impugno la macchina fotografica per immortarla, improvvisamente si spegne! Stupito come uno sciocco la guardo nel chiarore della luna: è mezza notte e mezza, anche la croce va a dormire.

Tutto intorno a noi le montangne continuano a risplendere ed i loro profili, per me impossibili da fotografare, dominano le valli come guardiani silenti. Le Grigne, il Resegone, i Corni e più infondo il San Primo, tutti paiono attendere nel buio, solo il Monte Barro e la Val Cava sembrano invece addobbati di luci di natale per quanto brillano.

Ci fermiamo ancora un po’, proviamo ad immaginare come potrebbe essere se, all’improvviso, tutte le luci dell’uomo si spegnessero e davanti a noi restasse solo il morbido riverbero dei laghi e della luna a risplendere nella notte. Forse sarebbe anche più bello…

Non lasciate che distruggano ancora questa montagna. Fermate la nuova Cava, salvate il Cornizzolo: www.cornizzolonocava.com

Davide Valsecchi

 

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