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Asso Odissea Cedri: luci nel buio

Asso Odissea Cedri: luci nel buio

... accusato di Stregoneria
... accusato di Stregoneria Vodoo

Ed egli disse: “Vale più la vita di una persona che un pino” e a quelle parole nubi tetre colme di rabbia e sdegno si accalcarono nel cielo della Vallassina.

Questo non fu l’inizio, questo fu solo il momento culmine della grande crisi dei Cedri di Asso: il tempo dei grandi proclami in televisione mentre le carte e le perizie, ancora tutte segretate, raccontavano storie diverse e spesso tanto lontane dalla realtà da apprire ridicole per quanto ipocrite.

«Gli alberi non hanno nulla – dice ora il Vice Sindaco Giovanni Continessuna malattia occulta, questo è un bene perchè se le piante sono in salute si può realizzare la rotonda in sicurezza.»

Solo la scorsa estate era pronto a scommettere, nero su bianco, che le piante fossero sue coetanee e che  assolutamente non vi era alternativa al loro abbattimento per la suprema salvezza dei cittadini di Asso: chi non avesse compreso l’importanza di queste due non-verità era uno sciocco ed un irresponsabile, un facinoroso ambientalista dedito solo all’opposizione di una sublime e coscienziosa maggioranza ( …prima delle 2700 firme raccolte i contrari erano “i quattro gatti delle piante”)

Pare che oggi “Il Vice”, visto il vento che ha preso a tirare all’alba delle prossime elezioni, abbia cambiato idea e che ora sia Lui il paladino degli alberi: “il lupo perde il pelo ma non il vizio”, staremo a vedere.

Su La Provincia di Como un nuovo articolo racconta di come Venerdì siano intervenuti nuovamente gli agronomi per ulteriori accertamenti. Questa volta il Comune di Asso non ha incaritato il Dott. Guzzetti, che aveva precedentemente espresso considerazioni clamorosamente sbagliate, ma ha interpellato lo studio del Dott. Buizza.

Il dottor Buizza  è l’agronomo che ha aiutato l’opposizione e gli “irriducibili” nello sconfessare la funesta perizia che condannava ingiustamente i cedri. E’ il presidente degli agronomi di Como, Lecco e Sondrio ed un esperto di tutela e conservazione di Piante Monumentali: una nuova e gradita garanzia in questa odissea.

Morale della Favola: «“I cedri hanno sessantanni” e “non esiste soluzione alternativa all’abbattimento dei cedri” sono ormai evidentemente due non-verità in buona parte rettificate anche dal loro enunciatore: Giovanni Conti. Se non erano bugie erano perlomeno stupidaggini proclamete come verità per un anno intero: ora, prima di “appuntarsi medaglie” per i nuovi lavori della rotonda, dovrebbe quantomeno scusarsi per aver ripetutamente offeso chi in passato ha costantemente cercato di mostrare quanto fosse in errore. Inoltre, dopo tutto questo, deve ancora dimostrare di essere all’altezza e di essere persona affidabile prima di iniziare quest’opera così “radicale” per le piante ed il paese».

Davide “Birillo” Valsecchi

Esercitazione di Logica Booleana applicata ai Cedri:

George Boole
George Boole

Giovanni Conti dichiarò a La Provincia di Como sull’edizione del 6 Maggio 2010 “Quando scrive Valsecchi è a mio parere offensivo e privo di senso”. Formalmente la ricerca della verità non è mai offensiva nè tantomeno priva di senso.

Una bugia (lie) è un’affermazione intenzionalmente falsa. Una non-verità (not true) è un affermazione che, sebbene data per vera, in un secondo tempo si è mostrata per quello che  è: un falso (false).

L’algebra astratta di Boole, nota anche come logica Booleana, è una branca della matematica che permette   l’elaborazione di espressioni nel’ambito del calcolo proposizionale aventi come operatori solo le variabili di verità booleane 1 e 0, vero e falso.

Nel linguaggio comune quando una non-verità viene individuata, laddove non persistano gli elementi che permettano di etichettarla come bugia, viene gergalemente etichettata come “idiozia” specie quando, alla luce dei fatti, la falsità diviene ovvia in contrapposizione alla veemenza con cui era stata espressa.

“I cedri hanno sessantanni” e “non esiste soluzione alternativa all’abbattimento dei cedri” sono ormai evidentemente due non-verità in buona parte rettificate anche dal loro enunciatore.

Per questo motivo non è possibile affermare che vi fosse una volontà mendace nelle  non-verità proclamate da Giovanni Conti, tuttavia emerge che gran parte di quello che ha detto per oltre un anno in merito ai cedri o alla rotonda si è rivelato falso o quanto meno non vero se non addirittura stupido.

Ora la domanda è: davvero è possibile fidarsi?

Santa Appollonia 2011

Santa Appollonia 2011

La tradizionale foto di Santa Appollonia
La tradizionale foto di Santa Appollonia

Il nove Febbraio è Sant’Appollonia, la Patrona di Asso. La santa è di origine egiziana ed la tradizione vuole che sia stata catturata e torturata dalla folla per colpa di un’indovino pagano, che le siano stati strappati i denti e che si sia gettata nel fuoco pur di non rinnegare Dio.

E’ la patrona sia di Asso che di Cantù e nella nostra chiesa sono conservati come reliquia alcuni dei suoi denti. Il fatto da piccolo mi impressionava parecchio non fosse che Papa Pio VI, nel 1700, ha gettato nel Tevere uno scrigno di tre chili pieno di presunti denti della Santa.

Se i denti della sfortunata Santa dal 249 dopo Cristo abbiano davvero viaggiato da Alessandria d’Egitto fino alla nostra Asso non mi è dato saperlo ma la Santa ed il rito del fuoco hanno sempre avuto la mia simpatia e continueranno ad averla.

Quello che posso dirvi con certezza è che lo scorso anno,  sempre nel giorno della festa patronale, io ed Enzo abbiamo scattato quasi duecento foto agli assesi mentre abbracciavano i nostri storici Cedri.

Il 9 Febbraio del 2010 il destino delle piante sembrava segnato e tutto lasciava pensare che da lì a pochi mesi sarebbero state scelleratamente abbattute. Io per primo non nutrivo molte speranze e la gente interveniva sopratutto per celebrarne la memoria e catturarne un ricordo tangibile.

Ma il destino è spesso incredibile ed oggi quelle stesse piante sono state riconosciute come un patrimonio da conservare sia per il valore paesaggistico che per quello storico: è stato infatti appurato che le piante hanno “per lo meno” cento venti anni e sono state testimoni della vita del nostro paese e dei suoi abitanti.

Con le foto dello scorso anno ho realizzato un piccolo filmato, una piccola testimonianza degli Assesi di oggi per gli Assesi di domani. Mi piace pensare che quelle piante sopraviveranno a noi e saranno parte del paese che ancora deve divenire, simbolo di appartenenza ed orgoglio storico di un paese che non ha smesso di crescere.

Per questo motivo voglio riproporvi quelle immagini ed invitarvi a scattare ancora nuove foto, a raccogliere nuove testimonianze trasformando la festa Patronale nell’occasione per incontrarsi e condividere qualcosa da preservare il futuro. Abbracciate le nostre piante e scattatevi una foto: domani, con i nipotini in braccio, ne comprenderete il vero valore.

Davide “Birillo” Valsecchi

Esimio Geometra, Apollonia si scrive con un “P” sola in tutto il mondo e per questo io, seguendo il suono del nostro dialetto, di “P” ne uso due: nonostante tre chili di denti in fondo al Tevere Santa Appollonia è patrona solo di Asso. Distinti…

I cedri ed il vizio occulto

I cedri ed il vizio occulto

“Vizi occulti”, così parlava dei Cedri di Asso il Sindaco in un’intervista di qualche giorno fa.  Forse c’è veramente qualcosa di vizioso ed occulto in tutta questa storia e forse è per questo che ne sono diventato mio malgrado un protagonista.

Lei dice che ora farebbero meglio a non toccare le tue piante, nzungo” mi disse un ragazzino traducendo la profezia di una fattucchiera africana. E’ curioso come quelle stesse parole siano state proferite, in modo molto più autorevole, anche dal sovraintendente Artioli qualche mese più tardi.

Dopo un anno mi ritrovo ad abbracciare i cedri prima di partire nuovamente per l’Africa: è un cerchio che si chiude, un riavvolgersi della storia. Parto mentre coloro che volevano abbattere le piante hanno affisso alle bacheche un nuovo progetto che le risparmia: c’è voluto un anno per questo.

“Se provate ad abbatterli senza spiegare agli assesi che avete fatto di tutto per evitarlo potete scommetterci che il paese insorgerà ed io sarò il primo a farlo!” Direi che fu pienamente profetica la mia osservazione.

Se quel giorno di inverno avessero messo da parte la presunzione si sarebbero risparmiati un anno di guai e qualche cassa di malox visto come sono andate le cose: avranno finalmente imparato? Dubito…

“Io ho vinto le elezioni, io ho il consenso, io decido senza spiegare niente a nessuno”, quando la sentii pronunciare quelle parole feci una promessa a me stesso: “se è il consenso ciò che le dà tanto potere sarà il consenso la prima delle cose di cui la priverò”. A quanto pare sono un uomo di parola se dopo un anno i cedri sembrano essere stati salvati ed i nuovi progetti della rotonda sono finalmente pubblici.

“Vale più una vita che un pino” recitava in tv dopo aver consegnato personalmente un documento colmo di falsità, di cui non poteva non esserne consapevole, solo per sovvertire il giudizio di un Sovrintendente della Repubblica. Chissà se finalmente la “rana nel pozzo” avrà imparato che ad Asso “gli asini hanno smesso di  volare” e che le “bugie hanno le gambe corte”

La gente però ancora dubita ed osserva preoccupata.Qualcuno in paese mi ha detto: “Vedrai, con le ruspe spezzeranno le radici dei Cedri e, dando la colpa alla  società che farà i lavori, abbatteranno le piante versando lacrime di coccodrillo”.

Quella paura mi ha fatto sorridere: ciò che era giusto fare è stato fatto e vi è un limite ad ogni cosa. Quello che mi ha “trattenuto” per un anno intero sono state quelle piante ed il loro destino: se dovessero cadere e se le promesse fatte dovessero essere infrante non vi sarebbe più nulla da difendere ma solo torti a cui dare  adeguata giustizia.

Non avrei rimorsi nello schiudere il “vaso di Pandora” che ho accuratamente custodito per tutto questo tempo. Nel vaso, come da tradizione, alberga la “speranza” ben protetta da nove “demoni”: se la speranza per i cedri dovesse essere tradita non vi sarebbe più nulla a trattenere la furia dei nove.

No, non nutro timori per le mie piante. Ora, come Sansone, i Cedri sono i pilastri del paese: se dovessero cadere trascinerebbero nella più cupa disgrazia tutti i filistei che hanno tramato contro di loro. Questa è la loro forza e la mia nuova promessa prima di partire.

“Vizi occulti”, materia con cui non conviene scherzare a cuor leggero per chi non vi è portato…

Davide “Birillo” Valsecchi

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“giù il gettone si vola” è l’espressione tipica dei giostrai che visitano Asso durante la festa di Santa Apollonia il 9 Febbraio per la festa Patronale.

Lo scorso anno, durante il classico mercato, abbiamo scattato oltre duecento foto agli assesi realizzando una testimonianza che non solo ha contribuito a perorare la causa dei Cedri ma ha anche permesso di realizzare un ricordo per il futuro: “Le facce di Asso”.

Quest’anno a Santa Apollonia io ed Enzo saremo in Africa ma mi piacerebbe se diventasse tradizione fotografarsi, anno dopo anno, con le nostre piante. Ecco gli assesi del 2010:

Cedrasso: acqua di cedro

Cedrasso: acqua di cedro

Cedrasso: acqua di cedro
Cedrasso: acqua di cedro

Che Asso abbia saputo rendersi famosa grazie ai due grandi alberi che ne sono il simbolo nel mondo è ormai cosa nota, per questo motivo l’Antica Distilleria Artistica Assese, per commemorare le feste natalizie, propone una nuova creazione: Cedrasso.

Molto più di una semplice bottiglia, bensì un vero e proprio pezzo d’arte realizzato da Enzo Santambrogio e dal suo entourage artistico: un tributo ad Asso e alla sua grande storia.

Un rametto di cedro, conservato sotto spirito, fa bella mostra di sè all’interno di una bottiglia dal profilo sottile e dalla sagoma allungata. Una prestigiosa etichetta, realizzata su carta cotone tibetana acquistata in Ladakh, mostra i due grandi alberi ultracentenari che custodiscono l’ingresso del paese riportandone il prestigioso motto: “Da 120 anni un calcio in culo ai luoghi comuni”.

La serie è limitata e composta da 10 prestigiosi elementi numerati e firmati più due prove d’artista private. Ogni bottiglia reca incisa nel vetro la firma di Enzo Santambrogio ed il numero all’interno della serie.

Un oggetto d’arte e non un liquore da consumare: a salvaguardia della bottiglia è stato per questo posto un tappo sigillato con la cera lacca e contrassegnato con l’effige del Leone di San Marco perchè, come Venezia, Asso è la patria di artisti, avventurieri e rivoluzionari.

L’Antica Distilleria Artistica Assese non ha ancora deciso se e come separarsi da questa sua ultima creazione ma, chi fosse interessato, può contattare Enzo ed ammirare quest’ennesima celebrazione artistica del nostro paese.

Davide “Birillo” Valsecchi

Il cedro millenario di Nara

Il cedro millenario di Nara

Il cedro di Kasuga-taisha
Il cedro di Kasuga-taisha

La squadra Cima-Asso.it ormai dilaga mentre giungono notizie dal Giappone dal nostro inviato Ivan, nome in codice “il ciccione”. Il buon vecchio Ivan è colui che si prende cura di “Cima” mentre io ed Enzo siamo in “missione” ed ora è toccato a lui essere in viaggio. Dopo aver affidato a mani sicure la sua amata Alifa, Ivan è un addestratore di doberman, è partito alla volta del Sol Levante.

Frastornato e divertito dall’esuberanza delle ragazze giapponesi nella città di Tokyo si è ora spostato verso sud prima nella città di Kyoto, poi Osaka ed ora nella città di Nara.

Qui ha fatto visita al “Kasuga-taisha” (春日大社), un santuario edificato nel 768 dC e ricostruito più volte nel corso dei secoli della famiglia Fujiwara. Il santuario è stato dichiarato patrimonio dell’umanità dall’Unesco ed al suo interno conserva numerose antiche lanterne in bronzo ed in pietra.

Nel santuario si trova inoltre il “Kasuga Taisha Shinen Manyo Botanical Garden” (萬葉植物園), un giardino botanico che conserva oltre 300 piante diverse. Ognuna di queste piante è descritta in un poema del “Manyoshu” (万葉集), la più antica raccolta di poesie del Giappone. Le oltre diecimila poesie furono scritte infatti nel periodo “Nara” durante il quale fu edificato il santuario.

Ma “il ciccione”, il “mio” ciccione, è per me un vanto ed un orgoglio come amico: tra le trecento piante infatti si è dato da fare per trovare qualcosa di speciale per me. Nella tranquillità del santuario ha infatti trovato un antico cedro la cui età è stimata attorno ai 1000 anni. La sua altezza è di 23 metri e la sua circonferenza è di 7,94 metri.

La Cryptomeria japonica o cedro del Giappone, ha qualità lignee molto simili al cedro del Libano, soprattutto per quanto riguarda la longevità in ambienti difficili. Ivan è stato uno dei primi ad sostenermi nella difesa dei nostri Cedri di Asso e questo per me è stato uno splendido regalo da parte sua.

In Giappone sono tre i cedri che sfiorano o superano i 1000 anni. Oltre a questo al Kasuga Taisha vi è quello di Bishamon, 1300 anni, e quello di Moriyama. Il nostri cedri di Asso hanno una circonferenza di 3.53 metri il primo e di 4.53 il secondo, con un altezza che si aggira attorno ai 28 metri.

Il rispetto che i giapponesi tributano a queste piante considerate sacre e protette dagli spiriti rende omaggio ad un intero anno trascorso nello sforzo di tutelare i nostri cedri da coloro che erano pronti ad aggirare persino l’evidenza pur di abbatterli.

Un ultima nota, molto ridicola invero, è una curiosa preghiera che Ivan ha trovato appesa da uno dei visitatori. Per chi come me ed Ivan conosce le piane di Azeroth ed ha solcato le pianure sterminate delle Barrens il messaggio apparirà chiaro e luminoso così come lo è il grido di battaglia che rappresenta: “FOR THE HORDE!!

Lok’tar ogar, amico mio!!

Davide “Birillo” Valsecchi

Giganti da proteggere

Giganti da proteggere

I Giganti di Asso
I Giganti di Asso

Qualche giorno fa ho ricevuto via posta una copia di QuiPo, il periodico d’informazione sul Po e l’Idrovia Ferrarese realizzato dal AIPO, l’agenzia Interregionale per il fiume Po. La redazione mi ha inviato una copia della rivista perché avevano pubblicato un articolo dedicato al nostro viaggio in canoa da Como a Venezia.

Ma non è per parlarvi di quell’avventura o del lusinghiero articolo che ci ha dedicato Annibale Volpi, nostro fluviale amico, che vi scrivo oggi: nella rivista, per una strana coincidenza del destino, vicino alla foto dei Flaghéé sotto il ponte di Cremona vi è un articolo dedicato alle piante monumentali e alla loro conservazione parlando in particolare del grande Platano di Basilicagoiano.

Dopo avere preso parte alle iniziative in difesa dei Cedri di Asso ho scoperto che quest’esigenza è sentita e radicata in tutt’Italia ed è motivo di vanto ed orgoglio per i paese che hanno saputo valorizzare le proprie piante. Nell’articolo viene citato un passaggio del libro “Giganti da Proteggere” di Teresa Tosetti:

“In realtà la stessa definizione di albero monumentale sfugge ad ogni criterio di rigorosa scientificità e non può esserci d’aiuto; in effetti essa si limita ad associare al generico concetto di “albero” un aggettivo “monumentale” che, seppur ricco di suggestione evocativa, non ha alcuna rilevanza di tipo biologico. Secondo questa falsa riga dovremmo perciò concludere che un albero monumentale è tale sopratutto in ragione delle sue peculiarità  esteriori ed immediatamente riconoscibili, ovvero il suo aspetto, cui siamo soliti attribuire una valenza estetica, e le sue dimensioni.

Tuttavia un albero è innanzitutto un essere vivente; in questo senso il suo aspetto è il suo risultato di un processo biologico del quale, in estrema sintesi, le dimensioni, o almeno alcuni dei parametri biometrici, corrispondono ad una avanzata età anagrafica. Eppure un albero monumentale non è solo “un grande albero di bell’aspetto”, esso è sopratutto un sopravvissuto, il relitto o la testimonianza di un paesaggio, di un ecosistema, di un uso del suolo e di una precisa fase della vita degli uomini che, attraverso le generazioni, l’hanno piantato, l’hanno accudito e ne hanno a vario titolo goduto.

In altre parole esso cessa di essere un “albero” per diventare “l’albero”. Per quanto detto forse la più compiuta definizione per un albero monumentale è quella di un albero di esclusivo ed individuale interesse biologico, culturale, storico ed estetico”.

Noi siamo fortunati, ne abbiamo addirittura due che, con i loro 120 anni, sono i due fratelli più anziani di Asso.

Davide “Birillo” Valsecchi

Due ad Uno per i Cedri di Asso

Due ad Uno per i Cedri di Asso

I cedri di Asso
I cedri di Asso

Da La Provincia di Como di Sabato 30 Novembre si apprende l’ufficializzazione del responso espresso dal Corpo della Forestale sullo stato dei Cedri di Asso. Come in molti sanno a Luglio l’Amministrazione comunale aveva commissionato una perizia, costata 800 euro, a Giampaolo Guzzetti, agronomo di Lecco.

Nella suddetta perizia, successivamente consegnata al Sovraintendente ai beni ambientali, i toni apparivano allarmanti ravvisando uno stato di precarietà delle piante  potenzialmente soggette a schianti improvvisi ed imprevedibili.

Sempre dalla perizia si evinceva che quelle due piante, ritenute poco più che cinquantenni, non erano un gran patrimonio da conservare e che una rotonda avrebbe fatto miglior uso di quello spazio. Perchè un agronomo di Lecco abbia sentito il bisogno di esprimersi, nella propria perizia agraria, in merito a questioni di viabilità assese rimane ancora poco comprensibile, specie a fronte dell’abbaglio preso proprio sulle piante.

Tutti infatti ad Asso sanno che i cedri hanno più di 100 anni e per questo ha preso vita una nuova campagna spontanea: sono state raccolte vecchie foto e l’iniziativa è culminata con l’intervento del Dottor Giorgio Buizza, Presidente degli Agronomi della Provincia di Como, Lecco e Sondrio,  che grazie all’intervento dei gruppi di opposizione ha realizzato una nuova perizia in netto e chiaro contrasto con quella del collega lecchese.

Il Sovraintendente Artioli ha quindi inviato la Forestale a verificare le piante per avere un ulteriore riscontro: «Hanno una chioma verde, non ci sono rami secchi, le piante per quanto abbiamo appurato noi stanno bene – spiega Giuseppe CerraLa valutazione è già stata inoltrata al comando provinciale» Sempre nelle dichiarazioni de La Provincia si legge che  le attuali condizioni delle piante non fanno pensare ad un pericolo di crollo.

“Due a uno” per i Cedri verrebbe da dire ma rimane la preoccupazione per ciò che sarebbe potuto accadere se fosse stata considerata solo l’opinione dell’agronomo del Comune:  quando a suonare è sempre e solo una campana qualcuno ci lascia la pelle. Quella perizia ha infatti rappresentato per mesi una vera condanna per quelle piante per cui sono state raccolte 2700 firme e che, grazie anche a “Cima”, tengono banco sulla scena politica locale evidenziando soprattutto un grave e persistente problema di comunicazione e trasparenza.

Sebbene a molti il responso della perizia comunale si apparso un maldestro tentativo di aggirare la situazione io ribadisco che nella scienza l’errore è sempre in agguato ed è per questo che nel metodo scientifico diviene fondamentale il dibattito ed il confronto. Se sbagliare è umano, perseverare è diabolico. Molte delle asserzioni del Dottor Guzzetti sono state confutate da prove oggettive e per questo credo sarebbe corretto  che gli 800 euro, anche come donazione spontanea,  tornassero nelle casse assesi come esemplare atto di correttezza professionale: gli errori nel suo responso potevano essere causa di un grave danno alla nostra comunità.

Ricordo all’Amministrazione che il progetto rotonda avrebbe dovuto avere inizio a Marzo proprio con l’abbattimento dei cedri: per volontà popolare e della Sovraintendenza ciò non è e non sarà più possibile. La “questione cedri” non getta certo una buona luce sull’Amministrazione e l’avvallo, prima dato e poi tolto, al Supermercato della Vallategna trascinerà il nostro Comune in un contenzioso davanti al Tribunale Amministrativo, il TAR. Proprio per questo procedimento dall’albo pretorio si apprende che per le spese legali iniziali sono già stati prelevati 2490 euro dal fondo di riserva [delibera di giunta] (e speriamo di non perdere visto che ci sono voluti 50 giorni per ravvisare l’errore dopo l’approvazione del progetto!).

Questi sono gli errori commessi nel 2010 mentre frane ed inondazioni sono i problemi che ancora devono essere affrontati. Questo paese ha bisogno di essere governato con maggiore chiarezza perchè, esasperando i silenzi ed i dubbi, non è possibile uscire dall’attuale situazione di stallo. Se l’Amministrazione riuscisse ad accontonare “il protagonismo” che la contraddistingue si potrebbe cominciare ad intavolare una soluzione condivisibile usufruendo anche delle competenze e delle capacità dei cittadini assesi.

Onestamente comincio ad essere stanco di subire “trenini in tedesco” nel tentativo di sapere quali siano le decisione del mio Comune. Io attendo sempre con grande speranza che vi sia finalmente l’incontro con la popolazione tante volte annunciato e mai organizzato dall’Amministrazione.

Davide “Birillo” Valsecchi

Per chi non lo sapesse recitare: Confiteor Deo omnipotenti, beatæ Mariæ semper Virgini, beato Michaeli Archangelo, beato Ioanni Baptistæ, sanctis Apostolis Petro et Paulo, omnibus Sanctis, et vobis, fratres et tibi pater, quia peccavi nimis cogitatione, verbo et opere: mea culpa, mea culpa, mea maxima culpa.

Il passato ritorna

Il passato ritorna

Asso 1925
La foto è scattata nel 1925 dalla parte bassa di Via Matteotti. In alto, tra le case, si riconoscono tre cedri. Quello posto all'angolo del giardino (n°4), non più esistente, è stato rimosso probabilmente in occasione dell'allargamento della strada; si riconoscono anche, indicati dalle frecce 1 e 2, i cedri oggi esistenti, corrispondneti per la loro posizione (foto Paredi)

Non è possibile non rimanere affascinati dalle foto storiche che compaiono nella nuova perizia dedicata ai Cedri di Asso, immagini del nostro paese che provengono dall’archivio storico di Giordano Paredi.

La nuova analisi del Dottor Giorgio Buizza, presidente degli agonomi della provincia di Como, Lecco e Sondrio, è stata realizzata su iniziativa del Dottor Zanetti e di Carlo Lattuada portando nuova luce sulle piante e sul loro glorioso passato.

Solitamente “Cima” non fa interviste, specie a figure politiche, ma l’impegno profuso dai “Decani” di Asso, con le loro testimonianze e le immagini raccolte, è un evento inconsueto e positivo per il nostro piccolo paese: un moto d’orgoglio da un passato che torna vivo e vibrante.

Ho potuto incontrare il Dottor Buizza durante uno dei suoi sopraluoghi qui ad Asso: una persona appassionata e resa solida da una lunga esperienza che si è dimostrata subito attenta e disponibile. Senza conoscerlo avevo già contattato il Dottore in passato (vedi articolo) ma non avrei mai sperato potesse tornare ad occuparsi delle nostre piante.

Di questo si deve in primo luogo ringraziare il Signor Zanetti che, insieme ad altri volontari, ha interpellato il Dottore per una nuova perizia ufficiale con cui replicare a quella realizzata dall’Amministrazione Comunale.

Per questo motivo ho inviato, via email, queste domande al Dottor Zanetti. Feci qualcosa di molto simile il 26 Gennaio con il Sindaco (conservo ancora l’email) ma non ottenni mai risposta.

-Signor Zanetti, perchè ha sentitio la necessità di realizzare una nuova perizia?
Abbiamo avuto forti dubbi appena abbiamo notato delle considerazioni iniziali che mi sono subito apparse di tipo “politico”, per la sottovalutazione troppo evidente anche a un profano dell’età delle piante e per più di una inesattezza che conteneva.

-La perizia potrà servire a valorizzare le nostre piante come piante monumentali lombarde? Questo riconosciemento potrà dare vantaggi al paese?
Sicuramente le piante hanno un valore monumentale sia per età che per dimensioni e spero che questo valore venga ribadito dalla Soprintendenza che del resto si è già pronunciata in proposito con una lettera al Comune in cui prescrive, nel caso si faccia la rotonda, di rispettare i cedri e, in pratica, di non danneggiarli con i lavori. Nella perizia ordinata dall’Amministrazione si dice che potrà servire a far “rimodulare” alla Soprintendenza il suo parere: in sostanza a farglielo cambiare. La speranza è che possano ancora essere testimoni, per il futuro, di eventi storici di Asso.

-L’ingresso del paese, vitale per tutte le abitazioni al di là del Lambro raggiungibili solo da Ponte Oscuro, è causa di dibattito da lungo tempo: qual’è la vostra proposta per risolvere tale problema tutelando le piante ed i pedoni che accedono alla farmacia e alla fermata del pulman?
Le proposte e le soluzioni sono molteplici. Eccone alcune: Semaforo intelligente che diventa rosso quando chi scende supera i 30 o i 50 all’ora e fa una bella foto con relativi punti tolti dalla patente a chi passa col rosso. Può anche essere a chiamata per i pedoni e sarebbero più sicuri gli incroci di via Dosso, delle Scuole e l’uscita dal campo sportivo. Il costo rispetto alla rotonda molto inferiore e il Comune incasserebbe negli anni a venire a scapito di chi non rispetta il Codice della Strada e la vita degli altri. Illuminazione forte dei passaggi pedonali e corsia centrale davanti alla farmacia con un minimo allargamento della strada. Dicono che la Provincia non permette i semafori ma basta guardarsi in giro per constatare quanti ne ha autorizzati negli ultimi tempi per motivi di sicurezza. Non li autorizza per regolare il traffico. Si poteva fare l’inverso e cioè chiedere agli Uffici specializzati in sicurezza stradale della Provincia di fare un progetto per la messa in sicurezza di tutta la strada. Avrebbe potuto essere gratuito anziché costare in totale forse più 30.000 euro come quello del Comune e probabilmente non avrebbe previsto la rotonda. Si può ancora fare se si rinuncia alla rotonda: Ah già, e i camion del supermercato??

-Se nella perizia sono emerse imprecisioni evidenti cosa garantisce l’efficacia del “progetto rotonda”? Come giudica la mancata divulgazione pubblica del progetto?
La mancata divulgazione è un’abitudine di questa Amministrazione per evitare critiche e obiezioni giustificate e motivate prima che i giochi siano fatti: meno se ne parla in paese e meglio è. A cose fatte che critichino pure chè tanto non serve più a niente. La definirei arroganza del potere e mancanza di trasparenza visto che snobbano perfino 2.734 firme protocollate in Comune di cui, tra l’altro, non viene fatta menzione nella perizia Guzzetti. Non hanno spiegato come faranno ad essere più sicuri i passaggi pedonali prima e dopo la rotonda se non viene limitata la velocità dei mezzi: invece di andare dritto verso la Croce Rossa andranno dritto verso le panchine sotto la bacheca comunale e allora sì che potrebbe scapparci il morto!

Per concludere: una volta ufficializzata sarà possibile divulgare pubblicamente questa nuova interessante perizia?
Sul nostro sito di opposizione verranno pubblicate, per correttezza e informazione completa dei cittadini, entrambe le perizie che tutti potranno vedere e scaricare (www.assoviva.info)

Grazie per le sue risposte

Davide “Birillo” Valsecchi

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