Angelo Rusconi a LaProvincia: Obbiettivi del 2009

Angelo Rusconi a LaProvincia: Obbiettivi del 2009

PortatoriUna nuova intervista di Angelo Rusconi è stata pubblicata in questi giorni su LaProvincia.

Mara Cavalluzzi ha raccontato sulle pagine del quotidiano della provincia di Como gli obbiettivi di Angelo per il 2009 e l’imminente partenza per un corso di addastremento che terrà in Pakistan:

ASSO(M. Ca) Un corso di alpinismo in Pakistan tenuto dagli scalatori del Cai di Asso e di Molteno.

In programma anche una spedizione estiva da ottomila metri sulla tredicesima cima più alta del mondo, il Gasherbrum II.

Ad aprile partiranno alla volta della valle di Hunza, Pierluca Elias, Marco Mauri, Gino Mora e Angelo Rusconi, che con il patrocinio del Cai Asso e Molteno terranno ad una quindicina di alpinisti pakistani un corso di perfezionamento volto a fornire le basi per il recupero sui ghiacciai.

Già da qualche anno gli sportivi svolgono dei corsi base alla popolazione pakistana, insegnandogli la messa in sicurezza principalmente con la corda che è lo strumento essenziale. L’applicazione, almeno degli strumenti basilari, è fondamentale, considerando che in questi luoghi non sono in uso le tecnologie più avanzate, utilizzate comunemente in Italia e nei paesi moderni.Grazie alle nozioni fornite dagli istruttori, gli alpinisti pakistani non sono più considerati alla stregua di semplici portatori, ma figure professionali in tutto e per tutto.

Angelo Rusconi spiega che: «Dovremmo partire per il Pakistan intorno al 22 aprile, dove si svolgerà un corso di undici giorni sulle montagne del luogo, all’altezza di circa 4500 metri. I quattro corsisti più bravi avranno la possibilità di partecipare ad una spedizione che si vorrebbe fare nei mesi di luglio e agosto sulla catena del Karakorum per raggiungere la vetta Gasherbrum II a 8.035 metri. Per via dei conflitti che interessano la regione del Kashmir, non ci è ancora possibile organizzare con certezza la spedizione»

EspansioneTv: siamo finiti in televisione!

EspansioneTv: siamo finiti in televisione!

Espansione tv

Oggi siamo finiti in televisione!!

Enzo ed Io siamo stati intervistati negli studi di EspansioneTv dove abbiamo presentato la spedizione al Monte Kailash in Tibet.
L’esperienza è stata molto divertente e la nostra intervistatrice era una bellissima donna con dei magnifici occhi ambrati. Incantato!
Il nostro intervento verrà inserito all’interno del programma ZEROTREUNO e trasmesso Lunedì 26 Gennaio alle ore 19:00. Se volete vedermi diventare rosso non perdete l’appuntamento!!

La Filanda ed il Lavatoio

La Filanda ed il Lavatoio

Lavatoio di AssoLungo il percorso del Lambro sorgevano numerose filande e mulini. Ad Asso, la villa degli industriali Prato, oggi sede del P.C.T, è un classico esempio di stretta integrazione tra la residenza signorile e l’opificio ottocentesco, uno dei primi complessi industriali storici che ospitò la vecchia filanda.

La struttura s’affaccia direttamente sul Lambro e presenta notevoli caratteristiche della cosidetta “archeologia industriale” conservando alcuni saloni originali coperti da capriate a vista e la grande ruota in ferro usata per lo sfruttamento energetico dell’acqua.

La costruzione si sviluppa su quattro piani e ospitava in passato il lavoro della seta. Le filandiere, lavorando i bozzoli, cercavano il capofilo e facevano salire sull’aspro il filo di seta, formando cosi le matasse. Era un lavoro particolarmente faticoso e duro, svolto prevalentemente da donne e giovanissime ragazze del posto.

Villa e fabbrica erano edificate sulle opposte sponde del Lambro e collegate tra loro da un ponte privato. La famiglia Prato fu una delle più importanti famiglie industriali della seta nel 1800 ed il loro opificio serviva sia da filanda che da torcitura.

Sotto la filanda sorge il caratteristico lavatoio comunale con la vasca a forma di “U”, realizzato per agevolare il lavoro delle donne che, prima del lavatoio, erano obbligate a fare il bucato utilizzando il letto del fiume ed usando come punto d’appoggio una pietra piana. Oggi non si usa più lavare i panni al lavatoio n credo sia nemmeno più permesso farlo, tuttavia questo piccolo angolo di passato è stato risistemato e ridipinto. Un pezzo della storia del nostro paese è passata su quella pietra inclinata tra le chiacchiere delle donne al bucato.

Ad Asso, nel 1800, erano operanti tre filande che utilizzavano la forza idrica dell’acqua per muovere strumenti e maccnismi. Ancor oggi sono visibili le torrette che reggevano le ruote necessarie a mettere in funzione i macchianri delle filande.

Tratto da:
“Asso e Dintorni”
La volorizzazione culturale del Borgo di Asso e della sua Torre

Ricerca, accurata ed appassionata, condotta dal Prof. Edo Bricchetti nel 2005 per il Comune di Asso.

Quota 5mila metri, reportage on line dal Tibet

Quota 5mila metri, reportage on line dal Tibet

Ogni sfida ha la sua partenza, ogni giro sul ring ha il suo gong di inizio. Questo è un po’ il nostro: LaProvincia ha infatti pubblicato un lusinghiero articolo che presenta la nostra spedizione.

«Alea iacta est», il dato è tratto, ora tocca fare forza sulle gambe e cominciare a spingere. Emozionante e terribile come il primo passo di ogni avventura!!!

Pare inoltre che dovrò superare in fretta la timidezza, Lunedì siamo stati invitati a partecipare ad una trasmissione di EspansioneTV per presentare il nostro viaggio e l’iniziativa “preghiere di stoffa”, una proposta con cui stiamo coinvolgendo il mondo tessile di Como.

Ecco l’articolo pubblicato su LaProvincia del 22 Gennaio 2008 scritto da Giovanni Cristiani:

ASSO Le bellezze del Tibet in diretta via internet, con la spedizione sul monte Kailash seguita in tempo reale sul sito Cima Asso (www.cima-asso.it). Enzo Santambrogio e Davide Valsecchi stanno preparando gli scarponi per approcciare la montagna sacra tibetana; scopo del viaggio, un reportage dello scultore-fotografo e dell’alpinista assese. I movimenti dei due sul tetto del mondo, lungo uno dei più antichi pellegrinaggi tibetani, verso una montagna venerata da quattro religioni e sacra a più di mezzo miliardo di persone, finiranno in rete.
«Il progetto riguarda un viaggio fotografico alla scoperta della natura e della spiritualità a oltre cinquemila metri d’altezza -spiega Davide Valsecchi -Enzo Santambrogio è il capo spedizione di questa avventura sull’altopiano del Tibet. Le sue fotografie hanno catturato l’attenzione del pubblico grazie ai suoi avventurosi viaggi in Birmania, Russia, India, Africa e Israele. Santambrogio intende puntare l’obbiettivo fotografico su un angolo di mondo magico, dove pellegrini di fedi differenti camminano insieme in cerca di speranza. Ad accompagnarlo nel suo viaggio in alta quota ci sarò io. Ho visto le foto di Santambrogio in Birmania, e ne sono rimasto colpito. Ha saputo cogliere l’umanità di un popolo afflitto».
«Da dieci anni volevo vedere questo luogo spirituale, in cui s’incontrano quattro religioni – spiega Santambrogio – Finalmente fra non molto creeremo un ponte tra due zone della seta, quella di Como e quella del Tibet». A maggio i due partiranno alla volta del Nepal, da dove la loro spedizione si sposterà verso il Tibet, sui laghi Manasarovar e Rakshastal, a quota 4.556 metri. Di qui si uniranno ai fedeli verso il monte Kailash, seguendoli lungo il sentiero d’alta quota chiamato Cora, un percorso circolare di 53 chilometri che viene compiuto in senso orario attorno alla montagna sacra, a oltre 5.000 metri d’altezza. La spedizione proseguirà poi verso sud, attraversando l’altopiano e visitando i monasteri lungo più di quattrocento chilometri di montagne tibetane verso Lhasa, la capitale. Collegamenti in tempo reale sul blog di Cima-Asso.
Giovanni Cristiani

Maggiori informazioni sulla spedizione e sul fotoreportage sono disponibili qui

La Vallassina e le sue risorse

La Vallassina e le sue risorse

Asso vecchia
Asso vecchia

In questi giorni il Signor Silvio Caminada, uno dei commensali che spesso incontro a pranzo in trattoria dalle “Zie”, mi ha prestato un interessante libro che custodisce gelosamente da tanti anni.

Il volume, un’ edizione di “Previdenza Sociale e lavoro in Italia”, è dedicato al Lario ed edito nel maggio del 1969. Un tuffo nel passato grazie ad un’ incredibile punto d’osservazione sulle attività e sulle imprese della nostra zona a 40 anni di distanza nel tempo.

La fotografia a lato proviene gentilmente dall’archivio di Enzo Santambrogio. Che impressione vedere la vecchia Asso!

Vi riporto un breve tratto di questo libro che introduceva la Vallassina e le sue attività:

Tutti la conosciamo, perchè è sempre stata considerata un luogo ameno di villeggiatura, dove l’aria è limpida, il clima dolce e mite, il paesaggio incantevole e quasi romantico con quelle sue colline ricche di verde e boschi ombrosi.

Vi si arriva partendo da Erba, ultimo centro prima della valle, posto a pochi chilometri da Milano e collegato alla città lombarda con una comoda strada, che si snoda dolcemente in mezzo alla campagna, schiudendo panorami stupendi ai quali l’incalzare del cemento ci ha quasi disabituati. Infine ci si inoltra nella valle, si raggiungono gli abitati di Canzo, di Asso da dove, proseguendo, si arriva al passo del Ghisallo che domina, con la sua minuscola chiesetta il lago di Lecco, offerto alla carezza del sole con tutto l’azzurro delle sue acque tranquille.

Qui si possono ammirare, gelosamente custodite, le maglie dei grandi campioni del pedale che si sono affermati nei vari giri d’Italia e di Francia, qui rieccheggiano i nomi di Bartali e di Coppi; gli irriducibili avversari di tante battaglie che channo entusiasmato la nostra ormai lontana adolescenza.

La Vallassina è anche questo, un concentrato di ricordi, di emozioni che si risvegliano a mano a mano che il passo si inoltra in questi luoghi carichi di ricordi, di fantastiche ed indimenticabili avventure. Amiamo questi monti, queste colline, questi boschi, queste ombrose frescure dove regna l’oblio, dove è dolce abbandonarsi al fruscio del vento, mentre l’occhio rincorre le nuvole bianche che vagano incessantemente per il cielo.

Alla sera, quando l’aria si riempie del canto degli uccelli, che incrociano rapidi voli, si sente da un capo all’altro della valle il rintocco delle campane che sembrano piangere il giorno “che si muove” e allora veramente ci si riconcilia con la vita, si avverte il fascino misterioso del colore delle ombre sull’immensità di natura offerta con il suo splendore all’ammirazione incantata degli uomini.

Ma la Vallassina non è soltanto un tranquillo angolo di mondo dove si cerca rifugio e silenzio nella stagione in cui tutti vogliono allontanarsi dall’afa della città trumultuosa, con la speranza di ritemprare il corpo e lo spirito, perchè qui ferve una vita operosa che merita di essere illustrata.

Storia e tradizione si mescolano in un complesso armonico per creare la grande epopea della Vallassina, di questa terra benedetta dove il lavoro è benedizione, dove le iniziative si susseguono a ritmo serrato.
E se Erba, che ancora si trova ai margini della valle, quasi sentinella severa, impone l’autorità delle sue aziende, delle sue piccole industrie, delle sue botteghe artigiane, altri centri fanno corona alla vitalità della Vallassina.

Da Canzo ad Asso, a Pontelambro, a Valbrona è tutto un palpitare di attività, un fermento di idee e di inizative che a mano a mano trasformano il volto della valle collocandola fra le più moderne ed avanzate del nostro tempo.

C’è la tradizione delle forbici, rifinite con i più tecnici criteri, elaborate e studiate secondo le concezioni più ardite, ma accanto a quest’attività principe altre oggi se ne sono sviluppate, imprimendo a tutta la regione un suo ritmo particolare, una sua partecipazione entusiasta al cammino dell’evoluzione.
La gente forte e generosa di questa valle ha fatto ormai la sua scelta ed anche se turisti e villeggianti continuano ad affluire, attratti dalle consuete bellezze naturali, non dimentica che la vita esige un contributo di impegno per elargire i suoi doni inestimabili.

Ecco allora che, accanto alla Valassina turistica, pronta ad accoglierci nella sua serena bellezza, se ne affianca un’altra, forsse meno nota, forse insospettata, ma non per questo meno reale ed autentica.
E’ la Vallassina di tutti i giorni, la valle che lavora con incrollabile entusiasmo, che offre lo spettacolo di un’operosità davanti alla quale si resta stupiti ed ammirati.

A questa nuova Vallassina dedichiamo queste pagine, perchè tutti imparino ad amare una terra impareggiabile che ha voluto, con la forza delle sue tradizioni, allinearsi con le conquiste più esaltanti del progresso.
F.MOLFESE

Buzzati ed i racconti di montagna

Buzzati ed i racconti di montagna

Dino BuzzatiDannata influenza!! Settimana scorsa, il 13 Gennaio 2009, sono ripresi gli incontri letterari con il Professor Nello Evangelisti. Io ero a letto malato e mi sono perso l’introduzione al racconto fantastico e a Dino Buzzati.

Tra l’altro credo che fosse anche un piccolo omaggio alla tradizione alpinistica di Asso perchè tra le opere di Buzzati si era scelto proprio tra le prime, dedicate ad una delle grandi passioni dell’autore, la montagna.

Già, la montagna, con la sua immensità, il suo silenzio, la sua atmosfera magica e fiabesca. Il tema dell’attesa e della volontà di riscattarsi, di avere una “grande occasione” che possa conferire un significato alla propria vita nel confronto con tanta magnificenza. Questa era la visione di Buzzati e nella foto lo potete vedere proprio tra le sue montagne.

Mentre parlavano di montagne e foreste con uno degli autori italiani più interessanti io ero a letto con l’australiana!! Mai che dica bene!!

Il prossimo appuntamento è per Martedì 20 Gennaio sempre alle ore 17 in Biblioteca ad Asso, verrà affrontato e concluso il tema della Montagna di Buzzati.

Voglio riportare qui un racconto di Dino Buzzanti pubblicato sul “Corriere della Sera” nel 1954 e tratto da “Cronache Terrestri”. Racconta una vicenda accaduta alla nota guida alpina Cesare Maestri e all’amico Luciano Eccher nell’estate del 1954 sul Campanil Basso di Brenta.

Credo che tutti i decani della montagna della nostra zona conoscano questa storia e mi sembra giusto riportarla anche per i giovani.

Il racconto si intotola “Taglia, taglia che almeno tu ti salvi” di Dino Buzzati:

Questa è la storia di una delle avventure più paurose che ricordi l’alpinismo dolomitico. È accaduta questa estate [1954, N.d.R.] sul Campanile Basso di Brenta, picco finissimo per il meraviglioso slancio della sua architettura e la difficoltà delle numerose vie di salita. Bellissimo da ogni versante, da ogni versante è stato attaccato e vinto. Ormai non ha più una parete, spigolo, fessura, strapiombo dove non sia passato uomo. La via normale, di quarto grado, è già una scalata rispettabile. Tutte le altre sono difficili.
Alcune toccano il massimo limite delle possibilità cioè il sesto grado. Di sesto grado è appunto il vertiginoso itinerario tracciato da Marco Franceschini e Stenico sullo spigolo Nord-Ovest del cosiddetto Spallone, del Campanile.

È un impressionante pilastro giallo che balza dalle ghiaie per 370 metri protendendo in fuori i baldacchini di terribili strapiombi. Ne volle rifare la scalata, due mesi fa, la guida Cesare Maestri con l’amico Luciano Eccher, di 26 anni. Benché estremamente difficile, l’impresa non era troppo preoccupante per Maestri che ne aveva fatte anche di peggio e per di più da solo, con prodigi di coraggio e di raffinati acrobatismi. In quanto a Eccher, era un compagno degno dì lui e affiatatissimo.

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Croce Rossa di Asso: Tesseramento 2009

Croce Rossa di Asso: Tesseramento 2009

Foto di Gruppo Cri AssoEsiste un posto ad Asso dove sono sicuro di poter trovare una buona tazza di caffè e qualcuno con cui far due chiacchiere a qualsiasi ora del giorno e della notte, questo perchè il tempo che ho passato in quel posto è enorme ed il legame che unisce coloro che lo frequentano è fortissimo. Persone di tutti i tipi che hanno passato infinite ore tra quelle mura, ridendo e scherzando come un gruppo di amici ma sempre pronti a rispondere ad un telefono speciale e ad infilarsi di corsa in un’ ambulanza.

Questo posto è la sede della Croce Rossa di Asso, il cuore di un gruppo di sessanta volontari che, indossata la tuta blu a strisce fosforescenti, offre il suo tempo libero alla comunità per dare una mano quando più serve, quando le cose cominciano ad andare veramente male.

Natale, Pasqua, Ferragosto, ad ogni festa puoi star sicuro che un equipaggio lo trovi. Magari seduto in cucina a bere il caffè o a giocare a carte, ma lo trovi lì ad ammazzare il tempo sperando che quella maledetta o bendetta campana collegata al telefono del 118 non suoni. Quando suona puoi essere matricola o veterano ma il cuore comincia a pompare in fretta e tocca fare la differenza, perchè sulle nostre strade o nelle nostre case i primi ad arrivare sono sempre loro, i volontari.

Di cose strane ne hanno viste un sacco, quanto freddo e quanta piogga in certe notti, quando gli altri se stanno al caldo nel letto e a loro tocca invece andare a recuperare, di corsa, chi è stato sfortunato o stupido da finire nei guai.

Quando arrivi trovi di tutto, entri nelle case della gente, con il tuo gruppo passi la soglia di mondi ignoti e speri di riuscire a fare del tuo meglio caricando sulla tua barella il peso delle paure e delle speranze di tutti. Quando il sangue non fa più effetto sono le loro lacrime che devi imparare a sostenere. Non esiste addestramento per queste cose.

Questi sono i volontari e questa è la gloriosa Croce Rossa di Asso, in attività da tempo immemore è l’ultimo baluardo da qui a Bellagio, a loro toccano tutti i curvoni e tutte le salite dalla Colma al lago.

Fortunatamente ad Asso il gruppo è compatto e la gente conosce il valore dei suoi volontari. Sono preziosi e dobbiamo trattarli bene.

E’ cominciato il tesseramento per l’anno 2009, aderire non solo aiuta il comitato locale della Croce Rossa ma permette di avere agevolazioni sul trasporto infermi, il servizi di trasporto secondario in ambulanza o in autovettura per la persone che non possono recarsi autonomamente presso gli ospedali per le visite.

Sei vuoi diventare un volontario, aderire al tesseramento o semplicemente conoscere meglio la nostra Croce Rossa puoi chiedere informazioni in sede presso il Palazzo del Comune o telefonando al numero 031.67.07.77

Questo è un mio vecchio racconto, una storia per capire cosa affronta un volontario: …e te ne andasti senza dirmi il tuo nome.

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