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Running Scarenna

Running Scarenna

Mi piace andare a correre e quando riesco a farlo con costanza ne avverto i benefici. Il guaio è che sono anche dannatamente pigro: l’idea di prendere la macchina e dover anche cercare parcheggio prima di mettermi a correre fa saltare il più delle volte ogni buon proposito.

Il lago del Segrino è considerato da tutti un buon posto per correre ma l’asfalto, le macchine e la troppa gente non mi hanno mai convinto.

Così,  da quando mi sono trasferito a Scarenna, ho cominciato a cercare posti alternativi ai percorsi in salita di Cranno o di Valle Bassa.

La Grande Piana di Scarenna è di fatto un posto perfetto per correre: è possibile farlo su di una stradina sterrata immersa nei prati ancora liberi lungo il fianco del Lambro,  creando poi un piccolo anello con la quasi inutilizzata pista ciclabile.

Con il mio smartphone, un android, ho fatto qualche rilevamento Gps studiando i percorsi possibili: il primo anello che si può percorre è lungo 2,57 km ed offre la possibilità di correre comodamente tra il verde dei prati ed il fiume ammirando davanti a sè il magnifico panorama della Grigna.

[map id=”itinerario” w=”650″ h=”550″ maptype=”SATELLITE” kml=”https://www.cima-asso.it/kml/RunningScarenna.kml” ]

Il tracciato del lago Segrino è di 5km e questo questo può far apparire questo primo percorso di Scarenna troppo “corto” visto che non offre una “distanza” molto impegnativa. In realtà ho scoperto che molti “anelli Jogging” hanno una lunghezza molto simile, ad esempio l’anello di Parco Lambro a Milano è di 2.4 km, proponendosi come un buon inzio per chi volesse cominciare a praticare la corsa in tranquillità.

Per chi invece volesse cimentarsi nelle classiche “tre miglia” la piana di Scarenna offre inoltre percorsi ed anelli anche molto più ampi in grado di duplicare o triplicare la percorrenza. Seguendo il fiume Lambro è possibile raggiungere il nuovo ponte e, volendo,  proseguire fino  a dove il Lambro incontra la Ravella. Il problema è che ora, a causa della frana, non è più possibile creare un anello utilizzando la vecchia strada: se fare dietro front e tornare sui propri passi non è un problema le possibilità sono ampissime!!

Nonostante la frana, che non crea pericolo al percorso, questo il territorio è davvero pregevole per le attività all’aria aperta, specie in questo periodo. Se anche voi correte (o avete intenzione di farlo) nella piana di Scarenna fatemelo sapere perchè sarebbe molto interessante promuovere e conservare questa zona.

Frequentare la piana e gli argini del fiume sono il modo migliore per conoscere il nostro territorio ed evitare che l’abbandono ne determini il degrado.

Keep Running Scarenna!!

Davide “Birillo” Valsecchi

American Alpine Journal: Cima-Asso

American Alpine Journal: Cima-Asso

Lake Bhari – Pakistan Hindokush – Campo Base Cima Asso

In questi giorni sto organizzando l’iniziativa Flaghéé, un viaggio tra le montagne apparentemente più semplice di quelli raccontate in passato ma che conserva, a mio avviso,  un fascino profondo e sincero: le montagne del Lario riunite in un’ unica avventura.

Nel 2009 abbiamo condiviso il viaggio in Ladakh lungo il confine tra il Tibet Cinese e l’India, siamo saliti in cima allo Stock Kangri (6130 metri) e attraversato la valle del Markha ed il valico del Kangmaru La (5150 metri). Era il primo viaggio delle Bandiere che sarebbero diventate le Flaghéé ed accompagnavo un fotografo nella sua prima esperienza tra i monti. Le foto di quel “pellegrinaggio” ora sono raccolte in un libro fotografico: «Contrabbandieri del Nirvana».

Il viaggio per me è sopratutto scoperta e la montagna non è una competizione o un impresa che si esaurisce nell’esito di una salita, nella ricerca di un risultato importante. La vetta di una montagna spesso è un solo posto inospitale e solitario a cui ci si arriva dopo grande fatica e rischio, un regno di immensi spazi vuoti: lassù non troverete nulla  se non quello che avete portato con voi, nel vostro zaino come nel vostro cuore.

Per qualcuno è la quota, per qualcuno è il grado di difficoltà o l’importanza del nome. Per me è la ricerca, la scoperta, e diventa più appassionante quanto più appare comune e lontana dai clamori:  mi piace cercare tra le cose ovvie trovando qualcosa di speciale. Ecco perché voglio fare il giro del lago passando dai monti: esploriamo casa nostra.

Laghi e montagne, in fondo è quasi una costante: il lago Tanganica ed il monte Hanang in Africa, il lago Dal in Kashmir e lo Stok Kangri in Ladakh. Una consuetudine che ha avuto inizio quasi dieci anni fa con il lago Bhari ed il monte Cima Asso in Pakistan.

Forse non tutti sanno che questo sito prende il nome da una montagna, Cima Asso, conquistata e battezzata il 5 Agosto 1999, il giorno del mio compleanno: era il mio primo viaggio all’estero, la prima volta che prendevo un aereo per giunta.

Quell’anno esplorammo una zona di mondo di cui quasi non si conosceva nulla. Per una volta in vita mia ho avuto la fortuna di spingermi là dove le cartine erano ancora bianche e tutto era ancora da scoprire. Un viaggio che oggi sarebbe irripetibile per mille ragioni.

Nel 2000 fu pubblicato sull’American Alpine Journal, la rivista americana che tiene traccia delle salite più importanti, la relazione della spedizione del nostro viaggio in Pakistan: nonostante Cima Asso sia alta solo 5100 metri fu inserita nella rivista proprio per la sua natura esplorativa in una zona di mondo ancora sconosciuta. [Cima Asso (Hindu Kush, Pakistan) edizione 2000: pagina 322-323]

Ecco la traduzione in italiano:

Cima Asso“: prima salita. Per il terzo anno consecutivo, il Club Alpino Italiano di Asso ha supportato una spedizione in Pakistan. Il capo-spedizione era Angelo Rusconi e l’obbiettivo era raggiungere una valle inesplorata nella catena montuosa del Hindokush. Le persone selezionate per la squadra erano Luciano Giampà, Simone Rossetti, Cristian Cattivelli e Davide Valsecchi.

“Siamo partiti il 28 Luglio da Gilgit guidando mezzi 4×4 verso Gakuch lungo il fiume Gilgit, abbiamo poi attraversato Iskoman verso Gugulti seguendo la riva destra del fiume Iskoman. Scelti i portatori abbiamo cominciato la nostra avanzata la mattina del 29. Abbiamo attraversato la valle di Handis seguendo il fiume Iskoman alla sua congiunzione con il fiume Mathan Ther. Sempre mantenedo il fiume alla nostra destra abbiamo attraversto la valle incontrando impressionanti pareti di granito alte più di 1000 metri, tutte facilmente raggiungibili. Attraversato un ponte siamo arrivati al villaggio di Mathan Ther, posizionato su un promontorio verde alla congiuzione di due fiumi, uno dalla valle di Suncighi e l’altro da una una regione ad ovest chiamata Bhari. Dai locali abbiamo appreso di essere i primi stranieri che raggiungevano il loro villaggio. Il 30 Luglio abbiamo imboccato la valle ad Ovest verso Bhari, un villaggio di medie diemsioni posto in una piana adiacente ad un grande lago verde sovrastato da due grandi montagne. Abbiamo posto il nostro Campo Base vicino al lago, a quota 3850. Il nostro BC era in una buona posizione per osservare le vette attorno a noi. Ai piedi di queste montagne erano visibili ampi ghianioni al di sotto di parti verticali di granito. Molte di queste montagne hanno creste e spigoli coperte da ghiaccio e neve. Tra queste vi era una cima di 5100 metri a picco sulla sponda destra del lago. Abbiamo battezato la montagna “Cima Asso”, il nome del nostro paese in Italia. Tutti i membri della spedizione hanno raggiunto la vetta il 5 Agosto. I locali ci hanno mostrato il Kampur ed il Gharmush, le uniche cime conosciute al di sopra dei 6000metri. Tutti i menbri della spedizione concordano che la valle è ideale per spedizioni e trekking. E’ possibile raggiungere facilmente un confortevole campo base circondato da pareti di granito e cime inviolate.”

I ricordi sono ciò che raccogliamo lungo il nostro viaggio. La valle che vedete nella foto oltre il lago conduceva i pastori in una transumanza con l’Afganistan ed era una zona di confine di cui nemmeno l’esercito possedeva informazioni. Oggi la nostra montagna è nel cuore del ciclone, in una delle zone meno accessibili e più remote del Pakistan. Prima o poi torneremo a vederla e quando riusciremo a farlo il mondo sarà forse diventato un posto migliore.

Davide “Birillo” Valsecchi

Mai sconfitto

Mai sconfitto

Nelson Mandela
Nelson Mandela

Dal profondo della notte che mi avvolge,
buia come il pozzo più profondo che va da un polo all’altro, ringrazio gli dei qualunque essi siano per l’indomabile anima mia.

Nella feroce morsa delle circostanze
non mi sono tirato indietro né ho gridato per l’angoscia. Sotto i colpi d’ascia della sorte
il mio capo è sanguinante, ma indomito.

Oltre questo luogo di collera e lacrime
incombe solo l’Orrore delle ombre,
eppure la minaccia degli anni
mi trova, e mi troverà, senza paura.

Non importa quanto sia stretta la porta,
quanto piena di castighi la vita,
io sono il padrone del mio destino:
io sono il capitano della mia anima.

Questa è la poesia che Clint Eastwood cita nel suo film dedicato a Nelson Mandela e al mondiale di Rugby del 1995: Invictus.  La poesia fu scritta dal poeta inglese William Ernest Henley nel 1888 ed era estremamente autobiografica: l’autore infatti combatè tutta la vita contro la tubercolosi e fu costretto a subire l’amputazione di una gamba.

Henley fu un grande amico dello scrittore Robert Louis Stevenson e fu proprio la sua figura ad ispire quella di Long John Silver, il pirata senza una gamba de L’isola del Tesoro.

Stevenson descrisse l’amico Henley come: «un grosso, sanguigno individuo dalle spalle larghe con una gran barba rossa ed una stampella; gioviale, sorprendentemente arguto, e con una risata che scrosciava come musica; aveva una vitalità e una passione inimmaginabili; era assolutamente travolgente»

In vita mia non ho mai imparato ad essere un vincente, nè a stare con i vincitori. Ho fatto tante cose ma nessuna mi è mai sembrata un trionfo o traguardo per cui valesse la pena fermarsi.

Ogni tanto mi chiedo:“sono un perdente?” Quando capita sorrido: posso non aver mai vinto ma di certo non ho mai perso. Enzo l’ha chiamata arroganza e la considera il mio peggior difetto. Quando capita sorrido: mi è stato insegnato che “ognuno di noi è chiamato a possedere l’arroganza necessaria a battersi per ciò in cui crede”.
Questo mi basta per continuare.

Non conta vincere, l’importante è non perdere.

Davide “Birillo” Valsecchi

Queste sono illustrazioni realizzate da N. C. Wyeth di un edizione inglese dell’Isola del Tesoro:

Approvato il supervincolo per la Cascata

Approvato il supervincolo per la Cascata

Ecco come titolava ieri il quotidiano La Provincia di Como in merito alla seduta del Consiglio Provinciale riunito anche per decidere dell’ampliamento del vincolo a tutela della Cascata della Vallategna. Risultato della seduta? Voto unanime del Consiglio Provinciale per l’inedificabilità nella zona.

Si è in pratica raddoppiato il vincolo preesistente e lo si è reso più stringente: «Si è aumentata l’area vincolata nel 1931 del 110%. Va poi rimarcato che un vincolo paesaggistico non prevede l’inedificabilità, ma prevede vi siano delle prescrizioni da rispettare, noi invece abbiamo chiesto di non costruire» spiega l’assessore provinciale con deleghe a territorio e parchi Sergio Mina, colui che ha presentato la richiesta.

Sembra incredibile che solo un anno fa fosse tutto pronto per la costruzione di un supermercato, un progetto scongiurato solo da una mobilitazione generale senza precedenti: è quasi ridicolo rileggere o riascoltare oggi i proclami e le accuse che venivano mosse contro chi si era schierato a difesa della Cascata.

Ricordo le parole pensanti di Giovanni Conti nelle serate di Consiglio Comunale e le recriminazioni del Sindaco Giulia Manzeni che definiva la protesta antidemocratica, maldeducata e meschina perchè ledeva i diritti acquisiti dei privati (e forestieri) che reclamavano di costruire.

Evangelisti Nello, Pina Giordano, Pina Imogene,Vicini Maria Grazia,Villa Giordano, Bonanomi Pasquale, Butti Serena, Garzo Saverio, Massari Pasquale e Versace Agostino: ecco i nomi dei consiglierei di maggioranza che, all’unanimità, approvarono la costruzione del supermercato salvo poi, cinquanta giorni dopo, revocare tutto esponendo il fianco ad una causa legale che trascinerà il Comune come imputato nel ricorso al Tar.

Sono il gruppo dei “Cittadini Indipendenti”, molti di loro però non hanno mai nemmeno preso parola in consiglio per sollevare dubbi, obiezioni o proposte: indipendenti ma perfettamente allineati. Sappiamo oramai bene che la vera mente, il vero regista tra le mura del municipio, è il Geometra Giovanni Conti, ex sindaco e politico assese da oltre venticinque anni: sarà lui il primo che chiameremo a rispondere in modo diretto e peronale per tutti i danni che le loro scelte rischiano di cagionare al futuro di Asso per il ricorso.

Ironia della sorte fu proprio lui, dieci anni fa, a nominarmi “cittadino benemerito” e a caricarmi sulle spalle il senso di responsabilità che mi ha condotto fin qui: ottima scelta Giovanni, hai pescato quello giusto dal mazzo.

Davide “Birillo” Valsecchi

Qui è disponibile l’articolo integrale pubblicato da La Provincia di Como: Asso 06/04/2011
Qui invece è disponibile la poesia che un anno fa circolava su Internet ed in paese mentre ero in Africa e che tanto suscitò polemica. Ironia del destino dopo averne sentito tanto parlare sono riuscito a leggerla solo ora: La Vallategna – Anonimo dai Cepponi

Il Viaggio in Africa dei ragazzi di Asso

Il Viaggio in Africa dei ragazzi di Asso

Pubblicato oggi sul quotidiano “Il Giorno” l’articolo realizzato dai giovani giornalisti di Bloggiornalismo.scuoleasso.it:

Con African Voices intervista a 12mila persone
[Articolo originale pubblicato su Il Giorno]

Durante il nostro viaggio virtuale in Africa, con Davide Valsecchi e Enzo Santambrogio, abbiamo incontrato Marco Pugliese,che ci ha dato la possibilità di postare dieci domande sull’Africa sulla piattaforma di 12.000 persone del portale African Voices, supporto alle ONG che operano seriamente sul territorio africano. Una buona occasione per verificare conoscenze e pregiudizi. Ne abbiamo ricavato un’intervista, non priva di sorprese.

Non ci sono tanti paesi in guerra in Africa, in molti ci sono rivolte e sommosse, lotte per migliorare la propria vita, spesso ampliate dai giornali per far notizia. Il popolo si ribella, ma la repressione economica e fisica sono sempre molto persuasive.

Chi si arricchisce molto sono i governi stranieri (USA, Europa, Cina, Russia, India, Arabia, Australia, Sud Africa) che sfruttano agricoltura e giacimenti mentre ai governi rimane quel poco che li arricchisce molto.

L’Africa vive costantemente 50-60 anni indietro all’Europa e per quanto riguarda la fame, la situazione vista da occhi di chi ci vive nel Continente è abbastanza differente dalle notizie dei media. Difficile vedere bambini morire di fame, c’è una grande povertà soprattutto vista dai nostri occhi. Bisognerebbe analizzare meglio le notizie e lasciare la parola agli africani e ai giornali africani per farsi un’idea più obiettiva. Se parliamo con un africano ci dirà sempre che meglio essere povero in Africa che in Europa.

Una grande piaga dell’Africa è l’aids mala popolazione ha più paura di contrarre la malaria, che fa più morti in assoluto.

Negli ultimi anni si è assistito all’immigrazione clandestina: molti si lasciano ammaliare dal sogno di un Europa ricca, vista magari in TV o sui giornali, e poi finiscono per ricredersi.

La leggenda che le città africane non sono paragonabili alla altre è solo leggenda: crescono a ritmi elevati e per molti aspetti sono decisamente più “ricche” di molte città europee.

Siamo rimasti sorpresi dalla differenza d’informazione ma abbiamo avuto in tasca la possibilità di farci un’idea più veritiera.

La conoscenza e il sapere non hanno mai fatto male a nessuno.

I ragazzi di BlogGiornalismo.scuoleasso.it La Scuola media di Asso ha realizzato la pagina per il campionato di Giornalismo. Gli studenti: Carlo Acquistapace, Giandomenico Alicino, Andrea Blasi, Edoardo Brugnera, Eleonora Brugnera, Simona Cadetto, Francesco Canali, Martina Castracane, Giulia Crippa, Debora Faravelli, Giulia Ferrarini, Ines Labaz, Piercarlo Lattuada, Michela Lazzarin, Gloria Locatelli, Martina Occhiuto, Francesca Paredi, Lucia Paredi, Giovanni Ramon, Aisha Rocek, Martina Ruggiero, Cristina Scarpitta. Il lavoro è stato coordinato dalla professoressa Giulia Caminada.

Benzina nel motore

Benzina nel motore

Infinito - Caspar David Friedrich
Infinito - Caspar David Friedrich

Ricevo e pubblico direttamente una lettera proveniente dall’Africa:

Solo ora mi si snebbiano le nubi che mi obnubilavano nuvolosamente la mente: te non ci fai…..ci sei!!!!

Poi stasera mi son detto: – Vai a vedere il suo sitello-, mancava solo beppe, maria e il bue e mi sbocciava un natale nel cuore.

Un Natale di buone intenzioni, pace, amore e tante favole che non fanno il mondo migliore ma almeno lo abbelliscono.

Magistrale l’incipit dell’articolo dei laghi: “La mia sorellina, oltre ad essere la mamma del mio nipotino e la moglie di un mio buon amico, è anche una valente biologa specializzata nello studio delle acque dei nostri laghi e fiumi.”

Il buon vecchio De Amicis avrebbe pianto al solo leggere sì tanti -ina -ino -buon -amico -nostri laghi e poi addirittura un VALENTE ( agg. prevalentemete maschile che esalta le eventuali doti pseudo mascoline della BIOLOGA e come se non bastasse anche…. SPECIALIZZATA!.) Puzzona della Pupazza!!!!!!

Il pezzo sullo stivalone minava definitivamente la femminilità della tua povera “sorellina” e credo che in molti si aspetteranno il prossimo articolo nel quale la tua “sorellina” ormai nostra “eroina” si calera nelle profondità dei “nostri laghi” con scafandro e tuta piombata per scandagliare i meravigliosi e misteriosi fondali melmosi dei nostri splendidissimi laghi.

Sei un pazzo ottimista lessicale, un sognatore recidivo e pericoloso, un positivo del cazzo e un felicifero in quanto portatore di felicità.

Ti dico la verità: non ho letto un cazzo dei tuoi articoli ma quel poco che ho letto mi ha donato una serenità che davvero mi mancava .

Grazie Davide
IL “Toscano”


In realtà questa lettera, ed il suo autore “Africano made in Florence”, sono riusciti a mettermi di buon umore mentre ero furente: benzina nel motore, direbbe qualcuno!!

Grazie mille  per la tua missiva maledetto toscanaccio: spero che i miei racconti, che non hai manco letto, abbiano per chi li legge lo stesso effetto della tua lettera per me.

Vedrò di dare il mio meglio per essere all’altezza della follia che mi attribuisci!!

Davide “Birillo” Valsecchi

Asso Odissea Cedri: luci nel buio

Asso Odissea Cedri: luci nel buio

... accusato di Stregoneria
... accusato di Stregoneria Vodoo

Ed egli disse: “Vale più la vita di una persona che un pino” e a quelle parole nubi tetre colme di rabbia e sdegno si accalcarono nel cielo della Vallassina.

Questo non fu l’inizio, questo fu solo il momento culmine della grande crisi dei Cedri di Asso: il tempo dei grandi proclami in televisione mentre le carte e le perizie, ancora tutte segretate, raccontavano storie diverse e spesso tanto lontane dalla realtà da apprire ridicole per quanto ipocrite.

«Gli alberi non hanno nulla – dice ora il Vice Sindaco Giovanni Continessuna malattia occulta, questo è un bene perchè se le piante sono in salute si può realizzare la rotonda in sicurezza.»

Solo la scorsa estate era pronto a scommettere, nero su bianco, che le piante fossero sue coetanee e che  assolutamente non vi era alternativa al loro abbattimento per la suprema salvezza dei cittadini di Asso: chi non avesse compreso l’importanza di queste due non-verità era uno sciocco ed un irresponsabile, un facinoroso ambientalista dedito solo all’opposizione di una sublime e coscienziosa maggioranza ( …prima delle 2700 firme raccolte i contrari erano “i quattro gatti delle piante”)

Pare che oggi “Il Vice”, visto il vento che ha preso a tirare all’alba delle prossime elezioni, abbia cambiato idea e che ora sia Lui il paladino degli alberi: “il lupo perde il pelo ma non il vizio”, staremo a vedere.

Su La Provincia di Como un nuovo articolo racconta di come Venerdì siano intervenuti nuovamente gli agronomi per ulteriori accertamenti. Questa volta il Comune di Asso non ha incaritato il Dott. Guzzetti, che aveva precedentemente espresso considerazioni clamorosamente sbagliate, ma ha interpellato lo studio del Dott. Buizza.

Il dottor Buizza  è l’agronomo che ha aiutato l’opposizione e gli “irriducibili” nello sconfessare la funesta perizia che condannava ingiustamente i cedri. E’ il presidente degli agronomi di Como, Lecco e Sondrio ed un esperto di tutela e conservazione di Piante Monumentali: una nuova e gradita garanzia in questa odissea.

Morale della Favola: «“I cedri hanno sessantanni” e “non esiste soluzione alternativa all’abbattimento dei cedri” sono ormai evidentemente due non-verità in buona parte rettificate anche dal loro enunciatore: Giovanni Conti. Se non erano bugie erano perlomeno stupidaggini proclamete come verità per un anno intero: ora, prima di “appuntarsi medaglie” per i nuovi lavori della rotonda, dovrebbe quantomeno scusarsi per aver ripetutamente offeso chi in passato ha costantemente cercato di mostrare quanto fosse in errore. Inoltre, dopo tutto questo, deve ancora dimostrare di essere all’altezza e di essere persona affidabile prima di iniziare quest’opera così “radicale” per le piante ed il paese».

Davide “Birillo” Valsecchi

Esercitazione di Logica Booleana applicata ai Cedri:

George Boole
George Boole

Giovanni Conti dichiarò a La Provincia di Como sull’edizione del 6 Maggio 2010 “Quando scrive Valsecchi è a mio parere offensivo e privo di senso”. Formalmente la ricerca della verità non è mai offensiva nè tantomeno priva di senso.

Una bugia (lie) è un’affermazione intenzionalmente falsa. Una non-verità (not true) è un affermazione che, sebbene data per vera, in un secondo tempo si è mostrata per quello che  è: un falso (false).

L’algebra astratta di Boole, nota anche come logica Booleana, è una branca della matematica che permette   l’elaborazione di espressioni nel’ambito del calcolo proposizionale aventi come operatori solo le variabili di verità booleane 1 e 0, vero e falso.

Nel linguaggio comune quando una non-verità viene individuata, laddove non persistano gli elementi che permettano di etichettarla come bugia, viene gergalemente etichettata come “idiozia” specie quando, alla luce dei fatti, la falsità diviene ovvia in contrapposizione alla veemenza con cui era stata espressa.

“I cedri hanno sessantanni” e “non esiste soluzione alternativa all’abbattimento dei cedri” sono ormai evidentemente due non-verità in buona parte rettificate anche dal loro enunciatore.

Per questo motivo non è possibile affermare che vi fosse una volontà mendace nelle  non-verità proclamate da Giovanni Conti, tuttavia emerge che gran parte di quello che ha detto per oltre un anno in merito ai cedri o alla rotonda si è rivelato falso o quanto meno non vero se non addirittura stupido.

Ora la domanda è: davvero è possibile fidarsi?

Asso Scuola Rugby

Asso Scuola Rugby

Scuola Rugby Asso
Scuola Rugby Asso

Quando ero piccolo spesso trascorrevo l’estate in Friuli ed un giorno, più o meno quando avevo undici anni, arrivò in vacanza il nipote del mio vicino, un signore gentile ed anziano.

Suo nipote aveva ventidue anni, si chiamava Danilo ed era un gigante, un bergamasco enorme che giocava nella nazionale di Rugby italiana.

Insieme a lui era arrivata anche la sua morosa: un pazza simpaticissima! Io non ne capivo molto di femmine all’epoca ma tutti erano “incredibilmente” gentili e lusinghieri con lei e per questo credo fosse decisamente bella.

Danilo era un ragazzo sempre sorridente ma di fatto era un trattore inarrestabile: non avevo mai visto nessuno così forte ed allo stesso tempo atletico prima di allora. Conoscevo boscaioli, muratori, corridori di montagna e atleti di Judo o di sci di fondo: lui era tutto in un uno in mix esplosivo.

Fu un estate divertente, trascorsa insieme al gigante buono in mille avventure. Da allora il rugby, con le sue  regole ed il suo inimitabile stile, hanno sempre avuto un posto nel mio cuore sebbene da noi non ci sia mai stata la possibilità di praticare o imparare tale nobile sport.

Quando la scorsa settimana sono andato a trovare i ragazzi del laboratorio di giornalismo delle scuole medie di Asso mi hanno mostrato la bozza del loro articolo che è stato pubblicato ieri su Il Giorno e che è dedicato ai giocatori di Rugby di Lecco.

Qui potete trovare il loro articolo: Quando il Rugby è modo di stare al mondo

Sorpreso ho chiesto loro perché si fossero interessati al rugby e loro mi hanno risposto:”Lo facciamo anche noi!!”. Non hanno idea della piccola felicità delle pungente invidia che mi hanno dato.

Il professor Maurizio Ballabio (“un grande!”), che ho incontrato per la prima volta alla Canottieri di Como durante il primo viaggio dei Flaghéé, ha infatti organizzato dei corsi di Rugby pomeridiani per i ragazzi. Cogliendo l’occasione ho chiesto ai ragazzi di scrivermi una piccola presentazione del corso.

Eccola:

Quest’anno anche la Scuola Media di Asso ha organizzato un corso di rugby grazie alla passione del professore di Educazione Fisica, Maurizio Ballabio, un vecchio rugbysta. Gli allenamenti si tengono quasi tutti i mercoledì, di pomeriggio, al campo. Qui, noi ragazzi ci alleniamo facendo passaggi, placcaggi e altri esercizi e – alla fine – una piccola partitella tra di noi. Venerdì 25 marzo faremo un’amichevole a Como.

Noi ragazzi ci divertiamo ma ci vuole molta serietà e grinta, soprattutto quando bisogna placcare un avversario molto forte. Qualche settimana fa sono venuti a trovarci al Laboratorio di Giornalismo alcuni giocatori del Rugby Lecco 1975  che ci hanno parlato di questo sport e della loro passione per il rugby. Ne abbiamo fatto un articolo che uscirà sul quotidiano IL GIORNO del 23 aprile.

Carlo Acquistapace, Francesco Canali, Piercarlo Lattuada bloggiornalismo.scuoleasso.it

Che aspettate, il Rugby vi aspetta!!

Davide “Birillo” Valsecchi

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