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Bloggiornalismo: premiati in Regione

Bloggiornalismo: premiati in Regione

La squadra della scuola Assese G.Segantini non sembra conoscere ostacoli: un altro importante riconoscimento è stato loro tributato per le attività svolte e gli articoli pubblicati sul loro Blog Scolastico.

Dopo i numerosi premi degli anni scorsi arriva ora anche un riconoscimento dalla Regione Lombardia: “Raccontiamoci – Gran premio scolastico territori di Lombardia”

Ecco i quattro articoli pubblicati dai Ragazzi sul quotidiano “Il Giorno”:

  1. Il Giorno 01/02/2012
  2. Il Giorno 15/02/2012
  3. Il Giorno 22/02/2012
  4. Il Giorno 14/03/2012

Bravi!!

Davide Valsecchi

Asso chiama Elerai: gemellaggio intercontinentale!

Asso chiama Elerai: gemellaggio intercontinentale!

Quando studiavo alle scuole medie la mia classe fu la prima a prendere parte allo scambio interculturale con i coetanei di Saint Peray, in Francia. All’epoca le lettere erano scritte a mano ed inviate con l’affrancatura per la posta aerea. Per noi, poco più che bambini, era un gioco epistolare che divenne poi un’esperienza reale e concreta quando i ragazzi francesi vennero in visita ospitati dalle famiglie.

Quell’iniziativa, nata da studenti e da insegnati, si consolidò poi in un gemellaggio sancito dalle autorità e che ogni anno si rinnova nelle consuete celebrazioni. Oggi ai gemellaggi si dedicano nomi di strade, gagliardetti, titoli e riconoscimenti ma tutto ebbe origine su un foglio da lettere a righe, dalla penna di ragazzini alla scoperta di un mondo sconosciuto.

Una busta, una foto a colori, due righe in francese ed una speranza in viaggio per via aerea: ecco l’avventura di un gruppo ragazzi di tredici anni negli anni ’80.

Si dice che una generazione sia stata una buona generazione quando il suo punto d’arrivo è il punto di partenza di quella successiva. Per questo è con grande soddisfazione, ed una punta di orgoglio, che voglio raccontarvi la nuova iniziativa che sta prendendo vita nelle scuole di Asso: uno scambio interculturale tra la scuola di Asso ed Elerai, la scuola di un villaggio Masai a ridosso del Kilimangiaro in Tanzania.

Con l’aiuto della nostra inarrestabile Professoressa Giulia Caminada i ragazzi di Asso stanno per affrontare un’avventura davvero impensabile fino a qualche anno fa: grazie al supporto di Marco Pugliese, direttore del portale African Voices, è stato possibile stabilire un contatto con Elena Gallenca, responsabile della scuola di Elerai, dando inizio a questo esprerimento.

Elerai è situata nella periferia di Arusha, in Tanzania, ed i suoi studenti sono prevalentemente di etnia Masai. Grazie ad Internet le due scuole inizieranno a scambiarsi email imparando a conoscersi. Cambiano gli strumenti ma l’emozione è sempre la stessa mentre gli orizzonti si allargano a dismisura.

Quando ero alle medie il Professor Durandi ci fece leggere un romanzo che aveva per protagonista un Quipu, uno strumento Inca fatto di cordicelle di cotone annodate. Si crede che i Quipu ed i loro nodi fossero un linguaggio per conservare la memoria ben oltre il semplice computo aritmetico.

Nei miei precedenti viaggi ho creato “legami” con la Professoressa Caminada, con Marco Pugliese, con i ragazzi di BlogGiornalismo e con i lettori di African Voices. Ho creato, attraverso i racconti di “cima”, legami anche tra la nostra piccola Asso e la grande Africa.

In questa iniziativa io mi sono limitato ad “annodare” un po’ questi legami in modo che assumessero significati nuovi ancora tutti da scoprire: tutto è nato da loro, con un naturalezza ed una spontaneità magnifica! La storia e l’avventura che sta per iniziare appartiene ora ai ragazzi di questi due continenti così diversi: buona fortuna Asso, buona fortuna Elerai!!

Davide Valsecchi

Io darò notizia degli sviluppi ma se volete seguire questo viaggio potete visitare i seguenti siti:

Un fiume di bambini attraverso il bosco

Un fiume di bambini attraverso il bosco

Venerdì erano oltre 160 i bambini delle scuole di Asso che dal Campo Sportivo di Valbrona si sono incamminati attraverso il bosco verso l’Alpe di Monte: c’erano tutti, dalla prima alla quinta elementare!

Accompagnati dagli insegnanti e dai volontari del Cai Asso davano vita all’annuale castagnata delle scuole trascorrendo una giornata all’aria aperta.  Io accompagnavo i più piccoli, gli studenti della 1ª A, che nonostante la loro giovanissima età hanno affrontato la salita a piedi senza indugio o esitazione e, una volta giunti a destinazione, hanno avuto ancora abbastanza energia in corpo per correre  in lungo ed in largo negli ampi prati di Monte.

Lo spettacolo nel bosco era incredibile: 165 bambini che diligentemente in fila formavano un’interminabile e giosa fiumana attraverso gli alberi:“Largo ai giovani!”

Dopo aver pranzato al sacco tutti insieme è stato acceso il fuoco per il “burlon” con cui cuocere le caldarroste dando alla tradizionale festa delle castagne il suo apice.

I piccoli sono troppo giovani e vanno quindi tutelati: niente foto! Posso però dirvi che nella mia memoria la loro allegria rimane uno spettacolo magnifico, un esempio di intergazione e di cultura.

Ancora complimenti a tutti i soci della mia sezione che sanno prodigarsi in modo così positivo ed attento alle nuove generazioni. Un plauso anche alle maestre ed ai maestri che anno dopo anno sanno essere promotori di queste meritevoli iniziative!

Davide Valsecchi

 

Giornalismo: Scuola, finale con… sorpresa

Giornalismo: Scuola, finale con… sorpresa

Sabato è stato pubblicato un piccolo articolo sul Giornale di Erba dedicato ai ragazzi delle Scuole di Asso in cui compaio anche io. Prima di raccontarvi del contenuto del pezzo voglio raccontarvi un mio pensiero.

La prima volta che Cima-Asso.it finì sul giornale fu nel lontano Novembre del 2008: la Provincia di Como aveva preso spunto da un mio articolo per raccontare “le zuffe e gli amori” della Vallassina. Essere citati su un quotidiano all’epoca mi sembrava un evento starordinario tanto che io ed il mio amico Ivan ci scattammo una foto ricordo sull’ingresso de “Le Zie” con una copia in mano.

Da allora “Cima” è finita molte volte sul giornale partecipando ad interviste radiofonice e televisive molto più spesso di quanto accada in valle ma è Vangelo, specie nella Vallssina, che sia “Nemo propheta in patria sua”. Confesso anche che spesso, sapendo di comparire in qualche articolo, apro il giornale con una certa apprensione per quello che protrebbe esserci scritto: non è raro che qualcuno “me le mandi a dire” attraverso la stampa e questo è parte del prezzo di esporsi in prima persona. Alla fine ci si abitua.

A molte persone piace quello che faccio, alcuni si lasciano coinvolgere per il piacere di partecipare e qualcuno comincia a comprenderne il senso in una prospettiva più ampia nel tempo. Vi è però una nutrita e “rumorosa” folla di persone che pubblicamente osteggiano ogni mio progetto e che danno sfogo a roventi critiche ogni volta che ne hanno l’occasione: Gioie e Dolori del “pubblicare” le proprie idee.

Perchè vi racconto questo? Perchè anche un montagnino come me a volte ha bisogno di “rinforzi positivi“, di piccole soddisfazioni e l’articolo di cui voglio parlarvi raccoglie brevemente un lungo lavoro di cui piano piano iniziamo a vedere i frutti: stanno spuntando nuovi fiori in una valle che sembrava arida, le nuove generazioni mostrano le proprie potenzialità.

Certo, ho giocato un paio di “jolly” conquistati in questi anni ed anche la Professoressa Giulia Caminada ha fatto altrettento, ma alla fine il merito di ogni cosa è stato frutto dell’impegno individuale e collettivo di questi ragazzi.

Cosa è successo? Un gruppo di studenti delle medie di Asso, un paesino di poco più di 3000 anime, si è ritrovato nell’aula della propria scuola per parlare in diretta radiofonica attraveso Internet con TRS Radio, un emittente del Piemonte che trasmette da Savigliano, una cittadina di oltre 21.000 abitanti.

Perchè? Per raccontare durante una maratona dedicata all’Africa il loro “esperimento giornalistico” condotto attraverso Cima ed il loro Blog in collaborazione con il portale African Voices che coinvolge oltre 15.000 appassionati. Grazie a questo esperimento hanno vinto il Campionato Provinciale di Giornalismo Giovanile indetto dal quotidiano Il Giorno con le proprie ricerce “in presa diretta” realizzate sul continente africano.

Mentre realizzavano l’intervista con la radio a loro volta ne realizzavano un’altra con l’inviata de Il Giornale di Erba raccontando altri due progetti che li hanno visti coinvolti: I Flaghéé sempre con “Cima” e Ritratti Rifiutati con l’artista e scultore Alessandro Barronio. Tutto questo dopo un anno intenso in cui hanno realizzato interviste con artisti, giornalisti e personaggi importanti della cultura e del territorio.

Cercate di cogliere la visione d’insieme, la quantità di elementi coninvolti, la complessità delle tematiche, il numero di persone a cui giunge il messaggio e la loro distanza senza perdere di vista l’età dei ragazzi che lo formulano e che lo canalizzano attraverso i   linguaggi e gli strumenti più innovativi.

Cosa significa tutto ciò? Significa che io e Cima stiamo diventando piacevolmente “vecchi”, che forse quel grande cambiamento che tutti si auspicano per la valle sta davvero avendo inizio e che la sua capacità di crescita è esponenziale e dilagante.

Di fronte alla capacità comunicativa, organizzativa e creativa di cui hanno dato prova questi ragazzi di 11/12 anni ogni cosa viene travolta, ogni critica e meschinità spazzata via. In un paese immobile, rigido e spesso dall’animo grigio come appare Asso questi ragazzi danno la misura e la forza di ciò che è nuovo e vivo distinguendosi dalle logiche e dai comportamenti vecchi ed ostinatamente fini a stessi propri della mentalità spesso chiusa del nostro paese.

Qualcuno tempo fa mi disse:”Voglio proprio vedere fin dove sei disposto a spingerti, fin dove vuoi arrivare”. Con una certa felicità posso dire: “Dove posso arrivare io non conta più: loro andranno sicuramente oltre e crescendo difficilemente si lascieranno fermare!

Quel piccolo trafiletto sul settimanale Giornale di Erba è un prezioso ricordo di quanto fatto in un anno, per il presente e per il futuro. I ragazzi mi hanno molto ringraziato per averli aiutati ma sono convinto che tra qualche anno, quando sarà il loro momento, capiranno quanta speranza e gioia abbiamo saputo regalarmi oggi.

So quanto ho fatto fino ad ora e so quanto posso ancora fare, ma all’orizzionte vedo i limiti oltre il quale non riuscirò a spingermi e dove spetterà ai ragazzi di oggi condurre le generazioni di domani.

Guardando il tramonto so che saprete ancora stupirmi: continuate così!!

Davide Valsecchi

Da Il Giornale di Erba, 2 Luglio 2011.
Asso: Per i ragazzi della scuola media Segantini che hanno partecipato al corso di giornalismo con la professoressa Giulia Caminada  l’anno scolastico si è concluso con tante sorprese ed una bella avventura. Lo scorso 24 Giugno alcuni di loro, abbandonati per qualche ora i libri che ancora li tenevano occupati per le ultime fasi degli esami, si sono dati appuntamento a scuola per scartare insieme un pacco speciale inviato da Alessandro Baroni, architetto, artista e scenografo, coinvolto dall’insegnante in un progetto che voleva avvicinare i ragazzi al concetto di riuso come forma poetica: far rivivere oggetti per trasformarli in qualcosa di nuovo. Nel pacco gli alunni hanno trovato maschere che diverranno protagoniste di storie.
Il momento più atteso è stato però quello del collegamento radio con African Voices e TSR radio. «Grazie al prezioso contributo di Davide Valsecchi, un amico con cui abbiamo condiviso l’avventura dei Flaghéé andando a toccare le nostre più belle cime, abbiamo cercato di esplorare l’Africa per conoscerla e vincere ogni stereotipo legato a quel mondo. Siamo stati contattati dai radiocronisti che, dedicando la giornata al continente, hanno voluto coinvolgerci per scoprire e rendere pubblico il nostro lavoro», ha spiegato la Caminada. I ragazzi, emozionati, sono stati entusiasti della bella esperienza che ha omaggiato il loro impegno.

150°: le scuole in festa

150°: le scuole in festa

Oggi salivo verso il paese e la gente mi chiedeva:“Sono passati una una marea di bambini tutti insieme. Dov’è che andavano?” In effetti la giornata era piuttosto insolita visto che tutti gli studenti delle scuole della valle si sono ritrovati sul prato del campo sportivo per festeggiare tutti insime il centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia.

Gli studenti, che indossavano divise bianche, rosse e verdi, hanno attraversato il paese e si sono disposti ed allineati nel campo per formare un gigantesco Tricolore.

Sugli spalti parenti, fratelli ed amici in un viavai di bandierine e macchine fotografiche che immortalavano la scena.  Discorsi di rito, citazioni al senso di patria ed una tromba suonata dal vivo per rimarcare la solennità della cerimonia prima del monento più commovente: nonostante incalzasse un tempo inclemente tutti i ragazzi, ordinati e mano sul petto, hanno intonato insieme l’Inno di Mameli nell’interezza delle sue cinque strofe.

I nonni erano commossi fino alle lacrime ed anche io confesso di aver assistito ad uno spettacolo davvero coinvolgente e trascinante seppur nella sua semplicità. Bambini felici che cantano l’inno del proprio paese: non è cosa che si veda tutti i giorni.

Alla fine dell’inno hanno liberato per la valle palloncini tricolore tra la gioia e gli applausi di tutti i presenti. Il cielo sembrava trattenere ormai a stento la pioggia sciogliendosi poi in scrosci e lampi appena la cerimonia si era conclusa: zuppi ma felici tutti facevano ritorno verso casa.

Altra nota positiva: i ragazzi di BlogGiornalismo hanno vinto il Primo Premio dell’annuale concorso di giornalismo indetto dal quotidiano Il Giorno per le scuole della Provincia di Como. Per il terzo anno consecutivo i ragazzi di Asso hanno saputo distinguersi in questa competizione: nel 2009 era argento, nel 2011 bronzo ed ora anche l’oro. Bravi!!

I ragazzi della IIIaC ci hanno consegnato le Flaghéé di quest’anno immortalati dai fotografi de La Provincia di Como. Tutto è pronto: damani si parte!!

Davide “birillo” Valsecchi

Flaghéé: Gioventù Ribelle

Flaghéé: Gioventù Ribelle

Gioventù Ribelle
Gioventù Ribelle

Sono come fili sottili, quasi invisibili, che attraverso il tempo e lo spazio uniscono le persone accomunandone le vite: io li chiamo legami.

Spesso ho la fortuna di riconoscerli e a volte persino di fare parte di quell’insieme di trama ed ordito che dà vita alla storia.

Un legame è un vincolo che collega due o più cose, il loro ruolo spazia dalla scienza ai sentimenti e, spesso, “creare un legame” è quanto di meglio possiamo tentare di fare.

Con quest’idea, “unire le cose”, vi racconto il legame che accomuna i ragazzi di una scuola, le medie del mio paese, alle cime delle montagne del Lario ed ancora con i giovani che durante il Risorgimento Italiano seppero distinguersi in un’ Italia che stava per nascere.

Sabato io e Lele partiremo per attraversare le montagne del Lago di Como mentre Venerdì ci saranno consegnate le bandiere che ci accompagneranno durante questo nuovo viaggio: le Flaghéé.

Quest’anno, per celebrare la Storia d’Italia nel suo 150° anniversario, le bandiere del Lario saranno diverse dal passato: sono state infatti realizzate a mano dei ragazzi della IIIa C di Asso ed ognuna di esse è dedicata ad una figura del passato di cui, tra colorati disegni, ne riporta una citazione.

Ogni bandiera sventolerà su una cima che attraverseremo ed  ognuna di esse diverrà un legame: un sottile filo che legherà un  giovane studente, una montagna del nostro territorio ed un giovane del passato che non ha avuto paura di credere nei propri ideali.

Quelle bandiere diventeranno sottili fili in grado di unire Giorgia, Samuele o Aurora, la Grigna, il Grona o il Legnone ed il pensiero di figure come Nino Bixio, Garibaldi o Adelaide Cairoli. Legami che starà a me e a Lele “intrecciare” in un unico viaggio che sappia abbracciare la nostra storia e il nostro terriotorio sostenendo e spronando i nostri giovani a conquistarsi un ruolo nel futuro di tutti noi.

Ecco le Flaghéé dell’Unità d’Italia, ecco le Bandiere di una Gioventù Ribelle.

Davide “Birillo” Valsecchi

Un ringraziamento alla Professoressa Giulia Caminada e a tuti i ragazzi della IIIaC della Scuola Media di Asso di BlogGiornalismo.scuoleasso.it.

 

La Budraghera ed il Lago del Segrino

La Budraghera ed il Lago del Segrino

Ieri mattina sono andato a spasso con i bambini delle scuole elementari di Asso: il CAI Asso, invitato dalle maestre, collabora alle piccole gite scolastiche di questi giovanissimi esploratori tra gli otto ed i nove anni.

Trentadue “scriccioli” muniti di zaino e rigorosamente allineati in fila per due: ecco il piccolo gruppo che ci aspettava in Piazza del Mercato di Canzo. Dopo le presentazioni e le raccomandazioni di rito ci siamo messi in cammino salendo lungo le scalinate che portano alla torre di Canzo e da lì, attraversando il centro storico del paese, abbiamo raggiunto la chiesa di San Francesco e la cappelletta dedicata alla Madonna di Caravaggio.

Da qui parte il sentiero delle Budraghera: «…la strada termina a ridosso di un bosco dal quale parte un sentiero pianeggiante che si snoda a lato di muri e terrazzamenti in sasso. Parte di questi vecchi muri sono ancora coltivati da agricoltori locali. Il sentiero ripercorre un percorso a mezza costa, utilizzato dagli antichi abitanti dei borghi della Vallassina, per sfuggire al più pericoloso tragitto di fondo valle. Superata questa prima parte, il sentiero sale di quota con brevi strappi fino ad affacciarsi sulla valle da dove, attraverso una piccola “veduta”, si può godere della vista del sottostante Lago del Segrino. Il sentiero prosegue attraverso boschi di carpini, frassini, ciliegi e castagni all’interno del Parco del Lago del Segrino in uno scenario paesaggistico unico. Il cammino si snoda attraversando i conoidi di deiezione e le vallette del versante nord-ovest del Monte Cornizzolo. La zona, fortemente carsica e drenata, dà luogo ad una serie di vallette e canaloni che, nei periodi di pioggia, evidenziano lo scorrere in superficie dell’acqua.»

Giunti al lago i bambini hanno potuto osservare divertiti una delle attrazioni più caratteristiche del lago del segrino: otto oche, perfettamente in fila indiana, che attraversavano la strada composte e compunte sulle strisce pedonali. Un ottimo esempio di rispetto stradale per gli entusiasti bambini: “se lo fanno anche le oche…”

Ecco il percorso per chi volesse fare una passeggiata fino al lago lungo un sentiero spesso dimenticato come la Budraghera.

Davide “Birillo” Valsecchi

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L’Africa vera la raccontano in dodicimila su Internet

L’Africa vera la raccontano in dodicimila su Internet

Noi di BlogGiornalismo abbiamo compiuto un viaggio molto speciale, un viaggio virtuale in… Africa! È stata un’esperienza unica! Con Davide Valsecchi e Enzo Santambrogio abbiamo incontrato Marco Pugliese, che ci permesso di postare dieci domande sull’Africa a dodicimila persone del portale African Voices. Una buona occasione per verificare conoscenze e pregiudizi e per ricavarne un’intervista non priva di sorprese. Leggete un po’ le risposte, vi sorprenderanno.

L’Africa e le guerre, com’è la situazione?
Non ci sono tanti Paesi in guerra in Africa, in molti ci sono rivolte spesso troppo ampliate dai giornali per far notizia. Ci sono però molte lotte per migliorare la propria vita come la primavera araba, quelle in Burkina Faso, in Guinea Bissau, in Marocco. Proteste che, spesso, vengono soppresse nel sangue dei protestanti. L’Europa non ne parla perché gli interessi non ci sono. Mettiamoci anche la situazione drammatica dei diritti umani calpestati in Congo, in Zimbabwe, in Costa d’Avorio. I popoli affrontano queste rivolte con la speranza di una forma di libertà e democrazia che spesso si antepongono a governi che non hanno nessuna obiettiva volontà di affrontare (vedi Libia).

• L’Africa ha un’agricoltura povera e il sottosuolo è ricco di materie prime, ma così i Paesi non crescono mai?
Il popolo si ribella, ma la repressione economica e fisica sono sempre molto persuasive. Si arricchiscono molto Usa e Europa, ma e negli ultimi anni sono arrivati Cina, Russia, India e Arabia, Australia e la stessa Sud Africa.

Ci spiegate qualcosa sul problema della fame in Africa?
L’Africa vive 50-60 anni indietro all’Europa anche se la situazione è abbastanza differente dalle notizie dei media. Difficile vedere bambini morire di fame. C’è una grande povertà, un malessere diffuso che contrasta con le grandi ricchezze africane. Bisognerebbe leggere i giornali africani per farsi davvero un’idea più obiettiva. Se parlate con un africano vi dirà sempre che meglio essere povero in Africa che in Europa, e ha ragione!

L’Africa deve fare i conti anche con l’aids, come?
La popolazione ha più paura di contrarre la malaria che è la malattia che uccide di più in Africa, poi vengono l’Aids e il cancro, quest’ultimo spesso sconosciuto. Ci sono popolazioni che non hanno accesso all’informazione e questo diffonde la malattia.

Un tema molto attuale è quello dell’immigrazione clandestina dall’Africa…
Chi emigra lo fa per migliorare le proprie condizioni di vita. Molti si lasciano ammaliare dal sogno di un’Europa ricca, vista magari in tv e poi finiscono per ricredersi perché non è solo una questione di ricchezza, ma anche di cultura.

Di solito non pensiamo all’Africa come continente pieno di città, invece esistono, vero?
Sì, e crescono a ritmi elevati e non hanno nulla da invidiare a quelle europee, sia per la modernizzazione che per bellezza, ma anche caos, traffico, criminalità, globalizzazione. Prima di noi sono città multietniche e multireligiose, spesso con altissimo tasso di tolleranza. Eppure c’è ancora un grosso divario tra chi vive in città e chi nei villaggi. Le tribù o meglio le etnie sono molte e a volte molto differenti, ma la cultura di ogni popolo viene sempre portata con sè.

Il Sud Africa e la segregazione razziale, esistono ancora?
Sì, meno verso i neri, più verso i bianchi. La fine dell’apartheid verso i neri ha suscitato in loro voglia di riscatto e vendetta e questo suscita molte discussioni con i boeri che spesso finiscono male. La preoccupazione è la morte di Mandela che potrebbe causare una guerra civile dei neri contro i bianchi, come accaduto in Zimbabwe.
bloggiornalismo.scuoleasso.it

L’articolo è stato pubblicato su LaProvincia di Como del 10/05/2011, qui trovate l’originale, ed è stato realizzato in piena autonomia dai piccoli studenti delle Scuole Medie di Asso che, nonostante l’età, hanno saputo confrontarsi con tematiche e problematiche spesso difficile da comprendere appieno anche per gli adulti: bravi!

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