Year: 2009

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Discorso di Fine Anno 2009

Discorso di Fine Anno 2009

Birillo2010
Birillo2010

“Coraggio, fatti sotto 2010!!”
Basterebbe questo per aprire la partita  con lo spirito giusto, con la giusta dose di entusiamo con cui ci si confronta con un avversario duro ma leale.

Nel 2009 ci sono state un sacco di cose che mi hanno fatto arrabbiare, mi hanno fatto ribollire di rabbia e solo il buon senso, seppur limitato,  mi ha impedito di attaccarmi alla tastiera e sbraitare con tutta l’acredine che provavo.

Però, ed è un però importante, questo è il secondo discorso di fine anno che pubblico su Cima-asso.it ed ho imparato molto in questi due anni. Il 2009 è stato per me un anno come mai prima ce ne sono stati. Accidenti, io ed Enzo abbiamo girato come trottole avanti ed indietro per l’Asia ed abbiamo avuto la fortuna di dare vita a tante iniziative: i Flaghéé, le bandiere di stoffa, tutte le mostre e gli incontri che abbiamo organizzato.

Poi ci siete Voi, che avete seguito tutto o magari solo in parte i nostri viaggi. E’ stato veramente magnifico sapere che c’eravate. Da dietro i miei bottoni vedo crescere sempre di più il Vostro numero e piano piano, senza conoscervi fino in fondo, comincio a capire cosa Vi piace, cosa Vi emoziona e cosa Vi interessa.

Ogni articolo è quasi un monologo per me, per dargli animo cerco di inserire tra lo spazio delle parole quello che sono i miei pensieri, a volte persino i miei sentimenti, oltre alle nostre storie. Però non sempre è facile, alle volte sono triste o di cattivo umore e mi lascio sfuggire la malinconia. Altre volte invece sono furente, mi sembra di essere chiuso in una scatola, e vorrei urlare in ogni parola la mia rabbia. Quando succede escono i pezzi che il mio amico Ivan chiama “I mal di pancia di Birillo”. Qualcuno è comunque divertente, qualcuno invece diventa fin troppo duro.

Siete in tanti ormai, devo cominciare a fare attenzione come mi suggerisce qualcuno. Non ho intenzione di rabbuonirmi nè di trattenermi, ci mancherebbe, ma non devo perdere di vista lo scopo: quello che scrivo deve serviere a me, spesso come crescita personale, ma deve anche servire a Voi che leggete, per avere un mezzo sorriso, esplorare un pensiero nuovo, godere di un viaggio o di un’ emozione. Duro, delciato o sdolcinato che sia ogni articolo deve mantenere viva la speranza, non dobbiamo abbassare la testa alle tristezze, specie in tempi come questi. Che ci crediate o no siete anche Voi parte della squadra: Siamo i Blues Brothers di Asso, siamo in missione per conto di Dio…

Cima-Asso.it era nata per gioco, era nella mia testa da tanto tempo ma piano piano è cresciuta oltre quanto mi aspettassi. Nel 2010 dobbiamo affrontare nuovi viaggi, nuove avventure e chissà cosa altro ci inventeremo. Spero resterete con noi perchè a noi fa piacere la vostra compagnia, senza non avrebbero senso tante tribolazioni.

Grazie a tutti per quest’anno speciale. Il 2010 è tutto da scoprire, fatene un buon uso, in bocca al lupo!

Davide “Birillo” Valsecchi e tutto il team di Cima-Asso.it

L’essenziale è invisibile agli occhi

L’essenziale è invisibile agli occhi

«Ma gli occhi sono ciechi. Bisogna cercare con il cuore.»
«Gli occhi sono ciechi, bisogna cercare con il cuore.»

Il Piccolo Principe ormai aveva capito e, guardando le rose di quel roseto, disse loro:  “Voi non siete per niente simili alla mia rosa, voi non siete ancora niente. Nessuno vi ha addomesticato, e voi non avete addomesticato nessuno. Voi siete come era la mia volpe. Non era che una volpe uguale a centomila altre. Ma ne ho fatto un mio amico e ora e per me è unica al mondo”.

Le rose erano intimidite:“Voi siete belle, ma siete vuote”, disse ancora. “Non si può morire per voi. Certamente, un qualsiasi passante crederebbe che la mia rosa vi assomigli, ma lei, lei sola, è piu importante di tutte voi, perché è lei che ho innaffiato. Perché è lei che ho protetto sotto la campana di vetro. Perché è lei che ho protetto col paravento. Perché è su di lei ho ucciso i bruchi (salvo i due o tre per le farfalle). Perché è lei che ho ascoltato lamentarsi o vantarsi, o anche qualche volta tacere. Perché e la mia rosa”.

Poi torno dalla volpe per dirle addio.“Addio”, disse la volpe. “Ecco il mio segreto. E’ molto semplice: non si vede bene che col cuore. L’essenziale e invisibile agli occhi”.

“L’essenziale e invisibile agli occhi”, ripeté il piccolo principe , per ricordarselo.

Qualche giorno fa sono salito a Mellarolo, un paesino della Valtellina sopra Morbegno, a trovare il mio amico Cris, rifugiatosi lassù in mezzo alla neve e alla tranquillità di quel borgo. Avevo portato in regalo una copia di «Contrabbandieri del Nirvana», il libro fotografico di Enzo, il primo libro a cui abbia collaborato.

Sono un principiante e cerco ancora di capire “cosa” faccio, spesso l’unico modo per saperlo è chiederlo. Così, ieri, gli ho inviato un SMS molto semplice “Come è il libro?”.

Lui mi ha risposto, sempre via SMS, così:“Il libro è molto bello… Fa impressione quanto siano più dense e significative le parole quanto più appare vuoto il paesaggio. E’ un po’ come il Piccolo Principe. Non è la rosa in sè, ma il tempo che hai passato con essa. Ecco, lì è il valore che hai saputo dargli, il significato che ha caricato l’esperienza. Ecco, vedo questo nel libro. Bravo!!”

Bhe, grazie!

Davide “birillo” Valsecchi

Tanzania: da Zanzibar al Tanganica

Tanzania: da Zanzibar al Tanganica

Tanzania
Tanzania

Un misto di preoccupazioni e speranze, si riparte!! Un nuovo viaggio per la squadra Cima-Asso.it: destinazione Africa.

Il team è quello classico: Enzo Santambrogio e Davide “Birillo” Valsecchi. Questa volta siamo stati invitati a Stone Town, la vecchia capitale di Zanzibar, per realizzare installazioni artistiche in ferro battuto con i blacksmither locali. Ecco l’opportunità per dare vita ad una nuova avventura da raccontarvi attraverso le pagine del nostro diario web.

Dalle meravigliose spiaggie e dai sobborghi di Zanzibar, a stretto contatto con i locali artigiani del ferro, partiremo alla volta del lago Tanganica attraverso le antiche foreste dei monti Uluguru.

Dopo il 6000 metri del Piccolo Tibet ed il periplo in canoa del Lario la “Strana Coppia” di Asso riparte per realizzare un nuovo libro e continuare la propria storia dopo «Contrabbandieri del Nirvana» ed i viaggi in India.

In partenza a metà Febbraio, passeremo l’equatore esplorando la parte Sud del mondo. Ancora un viaggio di due mesi che ci porterà dal caldo torrido al freddo artico attraversando genti di etnie e culture diverse. Scarponi, costume da bagno ed incoscenza: ecco pronto il nostro bagaglio ancora una volta!

Blacksmiting: le prime settimane di viaggio le trascorreremo a Zanzibar, lavorando alla forgia tra il Mercato del Ferro e le azzurre spiaggie dell’isola nella torrida estate australe. Enzo, artista del ferro battuto, è stato chiamato a realizzare installazioni seguendo lo stile etnico locale grazie all’aiuto dei fabbri autoctoni. Le opere realizzate diveranno parte dell’arredamento del Resort che ci  ha invitati. Un occasione per collaborare e conoscere la popolazione locale e l’isola al di là degli scorci turistici, a stretto contatto con la gente che vive l’isola.

Uluguru: dopo aver esplorato Zanzibar e completato le istallazioni sarà il tempo di infilarsi gli scarponi ed esplorare la Tanzania attraverso le montagne Uluguru, le montagne meridionali che fanno parte del massiccio dell’Arco Orientale ed ospitano alcune delle foreste più antiche dell’Africa. Un gruppo montuoso di straordinaria ricchezza naturale, animato dalle popolazioni indigene e lontano dalle mete turistiche.

Tanganica: scoperto solo nel 1858 è il secondo lago più grande al mondo. Dall’estremo sud, oltre le cascate Kalambo che dividono con i loro 230 metri di salto la tanzania dello Zambia, risaliremo il lago esplorandone  le sponde. Il lago è famoso per la varietà di animali che lo animano e per i fossili che sono stati estratti dalle sue acque. I comaschi sul lago più grande d’Africa!!

Ancora un viaggio che unisce arte ed avventura dandoci l’occasione di scorpire e raccontare mondi a noi nuovi. Come sempre daremo il massimo coinvolgervi giorno dopo giorno nella nostra esplorazione.

Zaino in spalla. Si va in Africa!!

Davide “Birillo” Valsecchi

Dammi solo un po’ di dolcezza, prima che me ne vada

Dammi solo un po’ di dolcezza, prima che me ne vada

Tanzania
Tanzania

Ormai è deciso. A Gennaio io ed il “Pirata” ripartiamo. Si va in Africa. Si parte dalle spiagge bianche di Zanzibar attraverso la Tanzania e la giugla fino al Kilimangiaro, il tetto d’Africa. Sarà di nuovo viaggio, aerei, barche e camion scassati, gente che parla senza farsi capire, puzza di benzina e sudore passando dal caldo torrido al freddo artico. Il tocco ruvido della vita.

“Calci in culo a girare” per tenere la testa fuori dal fango mentre scivoleremo tra le genti da mercenari, come al solito, a caccia di storie. Il “Montagnino” ed il “Pirata”, la strana e folle coppia di Asso.

Conto i giorni in attesa di partire sperando che non scorrano poi così in fretta. L’ultima volta ero partito lasciando alle spalle solo paure e tristezze, ero partito forse nella speranza di non tornare. Sorrido ora, forse perchè adesso è diverso. Stonato come una campana quasi mi viene voglia di cantare. Forse adesso un buon motivo per portare a casa la pelle ora c’è…

Questa è la sveglia che suona da un po’ di mattine, grazie per ogni caffè che hai preparato per me.

[Ascolta: Paolo Nutini – Candy]

Ero accovacciato sotto una pioggia battente cercando di costruire una vela per navigare verso di te, mia cara.
Lasciando la sera dietro di me.

Pur non essendo il modo più semplice di viaggiare mi porterà comunque a destinazione.
Sono un uomo senza cuore nel peggiore dei casi ed un uomo incapace nel migliore.

Cara, laverò la tua pelle e pulirò persino i tuoi vestiti. Dammi solo un po’ di dolcezza, prima che me ne vada
Oh cara, bacierò i tuoi occhi e ti coricherò sulla tua coperta. Dammi solo un po’ di dolcezza…
Dopo il mio abbraccio

Oh, spesso vengo frainteso ma a Lei non importa, nonostante io venga sconfitto e rovini la mia reputazione.
So che hai molto da offrire, piccola, ed io ho già preso abbastanza.
Bhe, sono come una macchia lì, sulle lenzuola del tuo letto
Sei il mio diamante tra il fango

Dammi solo un po’ di dolcezza, prima che me ne vada!
Oh, io sarò lì ad aspettarti!!

Davide “Birillo” Valsecchi

Gli italiani in moto conquistano la Nuova Zelanda

Gli italiani in moto conquistano la Nuova Zelanda

Da dx: Max, Ivan, Davide
Da dx: Max, Ivan, Davide

Ieri, 26 Dicembre 2009, si è svolta a Wanganui in Nuova Zelanda la 58ª Edizione del corsa motociclistica al Cemetery Circuit, il cirtuito stradale definito come il Tourist Trophy dell’Emisfero Sud.

Massimo Invernizzi è proprio a Wanganui in qualità di reporter al seguito dei piloti italiani Ivan Lazzarini, di Pesaro, e Davide Gozzini, di Brescia. Ci siamo sentiti via Skype per i primi commenti a caldo dopo i risultati strepitosi di questi giorni.

Nelle gare preliminari a Manfield Ivan e Davide si erano piazzati molto bene realizzando un secondo ed un terzo posto ma è stato al Cemetery, la competizione più attesa e vissuta dei “Kiwi”, che hanno dato il meglio delle loro capacità.

Sfidando i campioni locali sulle strade di casa i due italiani hanno affrontato l’asfalto insidioso, le linee stradali, i tombini, i marciapiedi ed i muretti che il “sali scendi” che contraddistinguono questa incredibile gara nelle vie cittadine . Questa non è una pista ma un vero e proprio tracciato realizzato attraverso il paese: si corre a duecento all’ora tra le “barriere New Jersey” e due ali di folla!!

L’entusiamso ed il calore locale sono incredibili, i neo zelandesi sono dei veri pazzi e questa è la loro giornata di festa più importante per la città. Una marea di gente allegra e festante si è riversa lungo i bordi della pista per assistere alla corsa e agli spettacoli a due ruote.

Nelle diverse mances che si svolgono durante la gara Davide ha ottenuto 3 primi posti mentre Ivan ha conquistato 3 terzi posti. I due italiani mietono vittorie a ripetizione e Davide è ormai ribattezzato dal pubblico “Speedy Gozzini”.

Ora gli italiani devono solo chiudere la partita giocandosi il tutto per tutto nelle ultime gare che si svolgeranno il 28 Dicembre a Taupo.

Massimo sta filmando la città ed il festoso mondo che abbraccia uno degli eventi sportivi più importanti della Nuova Zelanda. Lo fanno correre come un matto per seguire l’enorme quantità di inizitive che costellano la manifestazione.

Buon lavoro e buon divertimento Max!! Aspettiamo presto altre foto ed altri racconti!!
Ciao e Grazie

Davide “Birillo” Valsecchi

Fiaccole nella notte

Fiaccole nella notte

Fiaccole nella notte assese
Fiaccole nella notte assese

Giammario mi urla “Davide!! Davide!! Dove sei?!” Io sto avanti a lui qualche decina di metri lungo il sentiero, nella neve, nel buio di questa notte fradicia. “Comandi!!” gli urlo di risposta.

Mi si avvicina, mi da una pacca sulla spalla ridendo e mi dice di accendere lungo il sentiero le altre torce che ho in spalla.

Okay, vuol dire che mi ci vorrà un po’ di più a raggiungere la croce illuminata, a raggiungere la cima di Megna dove ci aspettano gli altri di questa fiaccolata invernale.

Appoggio l’intera fascina di fiaccole ad una fiamma e le accendo tutte assieme. In questa notte buia sotto la pioggia sono il signore del fuoco.

Illumino il sentiero e tutta la nostra montagna brilla. Di fronte a noi i “cugini” di Canzo fanno lo stesso dal Cornizzolo. Mi avvio verso la cima dove qualcuno si è messo a distribuire il te caldo. E’ una notte strana, sono due ore che camminiamo in mezzo alla neve sotto una pioggia battente. Sono fradicio in tutti i mie strati e muoio dal caldo nonostante il freddo.

L’orizzonte ha un colore rossastro ed il cielo crea un costrasto spaventoso con le montagne nere di fronte a noi, nuvole e foschia avvolgono tutto risplendendo di luce riflessa come la neve che imbianca nella notte i prati a valle. Strano posto, strana magia.

E’ la fiaccolata invernale di Asso. Una ragazza legge una preghiera pre-confezionata dal monsignore che non si è fatto vedere, qualcuno abbozza una canzone. Chi doveva esserci c’è, gli assenti sono un dettaglio trascurabile per questa compagine bagnata che ha sfidato il buio e la pioggia.

Freddo, neve, pioggia, salita e “puciacca” illuminata dalle torce attraverso il bosco. Una signora, venuta da Bergamo, canta a perdi fiato mentre scendiamo a valle. Si diverte davvero, bene così. Davvero bene così.

[Ascolta la sveglia che suona] Apro gli occhi. Dove sono? Mmm, ora ricordo. “Ciao, sono qui. Mi fai entrare?”. Bagnato dalla testa ai peidi mi ero presentato davanti alla sua porta con la neve ancora attaccata alla giacca, la faccia coperta dal blu del berretto che stinge.

Lei mi ha aperto la porta ridendo. Fortunato bastardo che sei Birillo. Mi sono liberato del peso ormai opprimente del giaccone inzuppato e, via via, di ogni altro umido pezzo del mio infangato equipaggiamento. Mezz’ora prima ero riuscito, in extremis, a recuperare in trattoria una scodella calda di trippa e fagioli, le Zie mi avevano aperto mentre facevano le pulizie prima di chiudere.

Doccia calda e rolling stones in sottofondo. Il freddo e l’umido scivolano via. “Non ho il pigiama…” Le dico sorridendo come uno stupido, indossando solo un’asciugamano stile tarzan. Ride, mi piace quando ride: “Tanto non ti serve”. Mi piace questa ragazza, tanto anche.

Buongiorno. Bill Withers mi dà la sveglia con un classico degli anni settanta: Ain’t no Sunshine When She’s Gone. Se questo è profumo di caffè sono morto. Sì, sono morto, ma qualcuno deve essersi sbagliato. Sono finito in un paradiso di lenzuola ruvide e non all’inferno.

Rubo un ultimo bacio, un biscotto e sono di nuovo fuori, sotto la pioggia. Di nuovo in un umido inferno d’incertezze. Mi piacerebbe accendermi una sigaretta ma fumare non fa parte dei miei vizi. “Devi fare attenzione a quello che scrivi, non puoi dire sempre quello che pensi senza filtri. Prima o poi qualcuno si incazzerà sul serio”. Un buon consiglio va sprecato se non lo si contraddice.

Cammino sotto la pioggia, non sono di certo un budda in contemplazione amico mio, sono una scelta non priva di rischi. La vita è troppo breve e la sento troppo fragile per soffocarla ancora di più. Ignorato o disprezzato non fa differenza amico mio, specie per le balle di paese. Abbiamo tutti un’etichetta ed una scadenza…

Non ho idea di chi legga il “ciarpame” che scrivo, per me è come parlare ad una radio in mezzo al deserto. Non ho idea di chi Tu sia mentre leggi, spero che questo sia quello che stavi cercando, l’illusione di cui avevi bisogno. E’ parte di quel poco che posso offrirti, altro non ho…

In caso contrario: Bhe, non avertene a male. Probabilmente questo non è il tuo posto, probabilmente hai ragione tu, probabilmente non me ne frega un gran che…

Auguri
Davide “Birillo” Valsecchi

L’unghia del Drago

L’unghia del Drago

Una statua di drago a Lubiana, capitale della Slovenia. Si dice che scodinzoli ogni qualvolta una vergine gli passi vicino.
Una statua di drago a Lubiana, capitale della Slovenia. Si dice che scodinzoli ogni qualvolta una vergine gli passi vicino.

Il solstizio d’inverno, la vera rinascita della luce ed il vero capodanno solare, è stato il  21 Dicembre alle 17:47.

Ovviamente non se lo è filato nessuno perchè da noi si è disposti a cantare world-wide Jingle Bells storpiandone le parole e  a confidare che una cometa abbia guidato tre remagi ma non a curarsi dei movimenti del nostro intero pianeta all’interno dell’universo. Mancanza di prospettiva…

Così, per riequilibrare lo zuccheroso spirito natalizio che quest’anno non ha acchiappato, mi sono sparato in serie Il Cacciatore (1978 Michael Cimino), Apocalypse Now Redux (1979 Francis Ford Coppola) e Platoon (1986 Oliver Stone). Mi sono trattenuto dal vedere anche Un giorno di ordinaria follia (1993 Joel Schumacher) per timore che il mio misantropismo potesse avere il sopravvento, sopratutto visto il pezzo di ieri!!

Dopo Natale voglio vedere, in buona compagnia questa volta, una vecchia VHS con Piccolo Grande Uomo(1970 Arthur Penn), il Gigante di Ferro (animazione 1999 Brad Bird) e L’amore, la vita e le vacche (1991 Ron Underwood). Questo per riequilibrare la mia precaria  fiducia nel genere umano. Se al Cinema di Asso proiettassero per Natale …altrimenti ci arrabbiamo! (1974, di Marcello Fondato, con Bud Spencer e Terence Hill) sarei talmente felice da credere in Babbo Natale e la befana!!

Pazienza. In questi giorni il mio amico “Iceman” ha ritrovato un vecchio libro a cui eravamo molto affezionati: L’unghia del Drago. Un piccolo libro Mondadori con aforismi, aneddoti, qualche proverbio e frammenti di saggezza orientale presi culture ed epoche diverse, tutti comunque col tratto caratteristico di una visione del mondo serenamente distaccata, di chi non ha illusioni.

La cosa divertente era che ogni due per tre trovavamo qualcosa di interessante, curioso o divertente da aggiungere a quella collezione di massime che ballavano tra il cinismo e la passione cinese per l’alchool. E’ un po’ il diario dei due anni passati insieme a studiare in città.

Ieri quel mezzo matto, che ora vive a Londra ed è in partenza per il Vietnam, mi ha scritto una citazione: “chi vuol conoscere il passato e il presente deve leggere cinque carri di libri”. Amico mio, io mi sono fatto quattro carri e mezzo ma ho paura, visto quanto poco ho imparato, che i libri migliori ancora mi manchino.

La topina chiede all’uccellino: “Mi aiuti ad attraversare il fiume?”.
L’uccellino risponde:”No!!”. Morale: se l’uccellino tiene duro la topina si bagna.

Amico mio, testa alta in viaggio ed occhio alle chiappe laggiù!!

Davide “Birillo” valsecchi

« Un drago non è una fantasia oziosa. Quali che possano essere le sue origini, nella realtà o nell’invenzione, nella leggenda il drago è una potente creazione dell’immaginazione, più ricca di significato che il suo tumulo d’oro. »
(John Ronald Reuel Tolkien)

Suicidio di Natale

Suicidio di Natale

Cap. Benjamin L. Willard
Cap. Benjamin L. Willard

Nevica. Dicono che con la neve i pazzi si agitino più del solito. La neve toglie loro la possibilità di muoversi, l’illusione di poter andarsene. Forse è per questo che anche io sono inquieto questa mattina. Ma non è la neve a sottrarmi le mie illusioni.

A Natale la gente si ammazza: chi si imbottisce di pastiglie, chi si taglia le vene, qualcuno si impicca mentre altri si comportano semplicemente da stupidi. Un compleanno diventa il pretesto per suicidarsi tra le luci colorate ed il biancore sporco della neve.

Mi sono fatto la barba, rasato a pelle. Primo campanello d’allarme. Ma in fondo è tanto che la mia mente balla in questo cerchio, non me ne andrò nemmeno questa volta perchè, infondo, non c’è alcun posto dove andare.

Forse è il freddo, il freddo pungente che blocca ogni cosa. “Beato te che non fai nulla”. Divertente che a dirmelo siano sempre i poveri cassaintegrati. Se ne stanno a sputtanare i loro soldi al bar, pagati per oziare senza produrre nulla, trasudando rancore. “Beato te”. Avessi il loro budget a fondo perso darei inizio ad una rivoluzione, ed invece tocca barcamenarsi, tenersi a galla con due soldi recuperati di contrabbando e continuare a credere nelle proprie illusioni. Tocca persino avere pietà per loro mentre non ne hai per te.

Kilimangiaro, Maori, paesi lontani. Studio carteggi in lingue diverse, spulcio libri e vecchie riviste fino a quando gli occhi non si chiudono. La musica a tutto volume è l’unico lusso che mi concedo in questa stanza fredda. Hai mangiato? No, ma non importa, se fossi un tossico o un alcolizzato la “comunità” mi pagherebbe vitto e alloggio, ma non c’e’ nulla per me. Non c’è pietà per la forza in questo mondo. Nessuno ti aiuterà perchè a te tocca farcela da solo.

Mi sembra che non vi sia differenza: India, Africa, Himalaya, Alpi, Asso, Inferno. Rido perchè da qualche parte c’e’ una signorina bloccata dalla neve preoccupata per un gatto rimasto chiuso a casa, e per me. Musica, musica in questa stanza mentre la neve fa agitare i pazzi. Sbatto contro questi muri e penso alla gente, penso alle loro idee, ai loro giorni che passano insensibili.

Mi chiedo se sono diventato una bestia o un dio ed urlo di rabbia perchè tutto ciò che avrei voluto essere era semplicemente un uomo. Gli dei e le bestie non si suicidano, si fanno uccidere dando la caccia alla morte.

Davide “Birillo” Valsecchi

Kurtz muore pronunciando la frase «Che orrore! Che orrore!» Apocalypse Now è un grande tributo in chiave moderna a Cuore di Tenebra di Joseph Conrad. Ma questo gli stupidi al bar non lo sanno. “beati loro” che non possono morire non sapendo di vivere.

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